MARCO STEFANINI
Il volto di Jennifer Anderson è apparso nelle pubblicità dei prodotti più disparati ma anche a corredo di articoli su quotidiani, settimanali o mensili americani. Per questo, è stata soprannominata "la ragazza che è ovunque" (The everywhere girl). E tutto per colpa di un servizio fotografico, realizzato ormai 10 anni fa, con diversi abiti e pose. Quegli scatti sono poi finiti nei database delle grandi agenzie fotografiche, e così, quando si tratta di inserire l'immagine di una ragazza ventenne, si fa spesso ricorso al volto di Jennifer, che oggi ha 32 anni.
A scoprire per primo la sua vera identità, nel 2005, è stato un giornale d'inchiesta, che, di fronte alla presenza delle sue foto in due grandi pubblicità nazionali per altrettante marche di computer, tra loro concorrenti, iniziò a chiedersi chi fosse quella ragazza. Da allora Jennifer ha iniziato ad utilizzare questa popolarità, accresciuta soprattutto grazie al passaparola nato sul web. Dopo aver aperto un sito, ha anche creato una linea di gadget col logo "The everywhere girl": t-shirt, tazze, orsacchiotti, tute, borse quaderni. Tutti con stampato il suo viso in primo piano.
"Tanti anni fa, a Portland, nell'Oregon - ricorda sul suo blog - ho realizzato un servizio fotografico, presso il Reed College. Era il mio primo lavoro con la nuova agente (sono un'attrice) ed ero molto emozionata, anche se non avrei mai immaginato che qualcuno avrebbe deciso di usare quelle foto. Diciamo che ero un po' insicura". E, invece, il suo viso è finito un po' ovunque. "Non mi dimenticherò mai, quando, nel 1998, andando in un negozio con mia madre, mi ritrovai davanti a decine di quaderni per gli appunti, col mio volto stampato sopra. Oppure quando sono andata a comprare un'autoradio, e il negoziante aveva una mia foto enorme sopra alla cassa. In questo caso riuscii anche ad avere uno sconto".
Non sono neanche mancati i casi in cui Jennifer non era d'accordo con la pubblicità che l'ha "usata: "E' stato il caso di una convention dei Repubblicani, a San Diego: sul loro sito misero la mia foto. E poi molti siti cristiani, anche se non mi considero certo una cristiana. Purtroppo ormai non posso più farci niente". Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le foto di archivio non sono molto redditizie: "Non ci ho guadagnato molto, perché per usare quelle foto non mi devono più pagare". Grazie però alla popolarità acquisita nel corso degli anni, Jennifer è riuscita anche a "rivendersi" col volto attuale. È di poche settimane fa uno spot nazionale per una grande banca americana. Nell'homepage del suo sito è anche presente un elenco di link a indirizzi web dove è possibile vedere, ancora oggi, la sua immagine.
fonte: www.repubblica.it