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Articolo del 09/02/2008 Pubblicato in attualità Letto 5047 Volte

difiorefotografi - Napoli, Basilica Santuario di santa Maria del Carmine maggiore. Matrimonio.



Origini 

La tradizione ininterrotta racconta che alcuni monaci, fuggendo la persecuzione dei Saraceni in Palestina, venendo in Napoli, portarono un'immagine della Madonna da essi venerata sul Monte Carmelo, culla del loro ordine. Vi era in Napoli, presso la marina fuori la città, una piccola cappella dedicata a San Nicola che fu concessa ai monaci, che da allora vi si insediarono. Ma il primo documento storico della presenza dei Carmelitani a Napoli si ha nel 1268, quando i cronisti del tempo descrivono il luogo del supplizio di Corradino di Svevia nella piazza antistante la Basilica di Santa Maria del Carmine.


Miracoli 

Nel 1500 in occasione dell'Anno Santo la confraternita dei Cuoiai portò a Roma in processione il Crocifisso e la Madonna Bruna.

Numerosi miracoli si verificarono nel corso del pellegrinaggio.

Al rientro a Napoli l'immagine della Madonna che prima del pellegrinaggio era stata spostata dall'altare maggiore e collocata in una cappella per far posto ad una tavola raffigurante l'Assunta, fu ricollocata sull'altare maggiore inquadrata prima da un edicola lignea e poi da una pregevole edicola marmorea.

Il 24 giugno 1500, due mesi dopo il ritorno trionfale del dipinto, molti fedeli colpiti da malattie incurabili, fatti riunire da Federico d'Aragona nella Basilica del Carmine, investiti da un raggio di luce, furono guariti o ebbero alleviati i loro mali.


Dal Settecento ai nostri giorni 

Nel 1700 per interessamento di Carlo di Borbone e di sua moglie Amalia, devoti alla Vergine Bruna, la basilica fu restaurata da Nicola Tagliacozzi Canale che realizzò nel 1736 la sagrestia.

Le colonne ottagonali di granito del chiostro grande furono rinforzate nel Seicento e inglobate nei pilastri edificati nel Settecento.

Il chiostro piccolo costruito nel 1466 è stato purtroppo recentemente demolito per consentire la costruzione di Via Marittima.

Il monumento a Corradino di Svevia fu commissionato nel 1847 da Massimiliano di Baviera allo scultore danese Pietro Torwalben e scolpito da Pietro Schoepf.


Esterno 

L'attuale facciata elaborata da Giovanni del Gaizo nel 1766 è caratterizzata da un barocco non molto felice.

Decisamente più elegante è il campanile, alto 75 metri, è costituito da tre piani con lesene in stile ionico, dorico e corinzio opera dell'architetto Giovan Giacomo di Conforto.

Seguono un ottagono ed una piramide, coperta di mattonelle verniciate, opera del domenicano Giuseppe Donzelli detto Fra Nuvolo (1631).

Il portico è del 1459.


Interno

L'interno, ricco di marmi policromi, è caratterizzato da un'ampia navata fiancheggiata da cappelle intercomunicanti e da un moderno soffitto ligneo a cassettoni che sostituisce quello seicentesco distrutto durante la seconda guerra mondiale.

A destra nella prima cappella: San Nicola di Bari di scuola napoletana del 1600.

Nella seconda: La Vergine consegna lo scapolare a San Simone Stock di Mattia Preti (1684).

Sulla parete destra il pulpito dal quale Masaniello parlò ai napoletani poche ore prima che i sicari lo uccidessero nel corridoio del convento.

Nella terza cappella una meravigliosa statua lignea detta Madonna del colera poiché fu portata in processione per la città durante l'epidemia di colera del 1884.

Nella quarta cappella: La Vergine e il Beato Franco Carmelitano di Giovanni Sarnell.

Nella quinta: monumento funerario di Carlo Danza opera di Matteo Bottiglieri (1762) e Madonna delle Grazie di Vincenzo Forli.

Nella sesta cappella: Santi Carmelitani di Giovanni Sarnelli.

Sotto l'arco del transetto entro un grande tabernacolo il Crocifisso ligneo della seconda metà del XIV secolo che, colpito da un proiettile lanciato da una bombarda durante l'assedio della città da parte di Alfonso d'Aragona, abbassò il capo perdendo la corona di spine.

Il proiettile che colpì il crocifisso è conservato nel museo della basilica.

Il transetto conserva la volta a costoloni trecentesca.

Nella cappella a destra: L'Assunta di Francesco Solimena; nella cappella a sinistra: Crocifissione su tela attribuita allo stesso Solimena.

Nel presbiterio quattro nicchie contenenti urne di alabastro.

Dietro l'altare maggiore una tavoletta bizantineggiante del Trecento raffigurante la Madonna detta Bruna in edicola marmorea del sedicesimo secolo.

Nella prima cappella a sinistra: La Trinità e San Gennaro di Paolo di Maio (1734). Nella seconda cappella a sinistra: Madonna e Sante di Andrea D'Aste; nella terza cappella: Messa di San Giorgio di Giovanni Samelli (1774); tra la quarta e la quinta cappella il Monumento a Corradino di Svevia donato da Massimiliano di Baviera nel 1847 e le statue del principe opera di Pietro Schoepf.

Nella quinta cappella: Sant'Anna di Paolo de Matteis; nella sesta: I profeti Elia ed Eliseo del Solimena (1696).

Sulla porta di ingresso si trova il monumentale organo della Basilica Santuario del Carmine Maggiore, noto per essere stato il primo strumento a diffondere via radio, per l'allora eiar, dei concerti d'Organo tenuti dal Maestro Franco Michele Napolitano.


Nella sagrestia affreschi di Filippo Falciatore, il Sacrificio di Elia ed Eliseo durante la fame di Samaria; alle pareti sei dipiinti ovali con Santi Carmelitani, presso l'altare il dipinto I Santi Carlo e Amalia che hanno le sembianze dei sovrani di Napoli.


Festeggiamenti]

Ogni anno il 15 luglio in occasione dei festeggiamenti in onore della Vergine avviene lo spettacolare incendio del campanile che è ingabbiato in una vera e propria intelaiatura di fuochi pirotecnici che sono accesi durante la notte.


Curiosità

In questa basilica vennero celebrati i funerali di Totò (1967); furono celebrati anche i funerali di Mario Merola (2006)


fonte: it.wikipedia.org

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