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Articolo del 18/02/2012 Pubblicato in fotografie Letto 13749 Volte
difiorefotografi - Napoli, Pompei: Santuario Bartolo Longo. Matrimonio Pompei. Reportage - Wedding.
Pompei! nome storico, affascinante, che attira l'animo e gli altri studii di tutti gli eruditi della terra. Pompei, la splendida fra le vetuste città che vantarono Capua per metropoli. Seneca e Tacito, Floro e Tito Livio la dissero bella e fiorente per sorriso di cielo, per vivezza di commerci e per importanza di comunicazioni.
“Adagiata sui molli pendici posava il capo sulle falde di un monte di fuoco: il seno aveva rinfrescato dalle fontane fluenti dalle pure acque del Sarno, ed ai suoi piedi distendevansi ridenti i giardini e le fertili praterie irrigate da cotesto storico fiume che era pure navigabile. ...quel monte vomitò la fiamma divoratrice: il lapillo piovve a seppellire ogni grandezza; e la cenere, qual lenzuolo funereo, si distese a ricoprire quella immensa ecatombe! ...ad una città sepolta ...succede una città piena di vita, che attinge la sua origine dalla Civiltà nuova portata dal Cristianesimo: la Nuova Pompei! ...Diciannove secoli passati sul silenzio di quei sepolcri sono rotti dall'eco di quella sacra squilla. E la secolare mestizia di questi luoghi è rallegrata da un canto tenero di fanciulle, delle Orfanelle del Rosario, le quali dal recinto dell'Arca santa lodano il Signore. E' la civiltà nuova che apertamente si mostra accanto alla civiltà antica; l'arte nuova accanto all'arte antica; il Cristianesimo sorgente di vita di fronte al Paganesimo già tramontato...”
Il Santuario di Pompei. Il Santuario è stato costruito in tempi diversi. L’originario, a croce latina con una sola navata, fu eretto tra il 1876 e il 1891, su progetto del professor Antonio Cua dell’Università di Napoli, e misurava 420 mq. Per accogliere i numerosissimi fedeli, tra il 1934 e il 1939, il Santuario è stato ampliato, passando da una a tre navate, mantenendo la struttura a croce latina. Il progetto fu ideato dall’architetto e sacerdote Monsignor Spirito Maria Chiapetta, che ne diresse anche i lavori. Le due navate minori, che hanno tre altari per ogni lato, si prolungano sin dietro l’abside in un ambulacro arricchito da quattro cappelline semicircolari. L’insieme delle costruzioni è armonizzato da strutture contrastanti, in perfetto equilibrio di masse, studiato in modo da non subire effetti di spostamento per qualsiasi causa. L’interno, di 2.000 mq, può accogliere circa 6.000 persone. La cubatura totale è di 40.000 metri.
Celebrare i Sacramenti nel Santuario.
Matrimonio al Santuario di Pompei. I Sacramenti vanno di norma celebrati nella propria Parrocchia di residenza. Coloro che per esprimere, anche in questa circostanza, la personale devozione mariana desiderano venire al Santuario, devono attenersi alle disposizioni del Rettorato. Celebrare i Sacramenti al Santuario di Pompei significa accogliere la proposta di Spiritualità del Rosario e prendersi cura, sulle orme del beato Bartolo Longo, dei ragazzi e giovani in difficoltà sostenendo le Opere Sociali del Santuario. Il Santuario è ben lieto che i Sacramenti dell’Iniziazione cristiana e del Matrimonio vengano celebrati dal proprio Parroco.
Confessioni. Coloro che intendono ricevere i Sacramenti a Pompei è opportuno che si confessino nelle proprie parrocchie. Chi volesse farlo in Santuario deve venire almeno due ore prima. La Sala Confessioni, sempre molto affollata, è aperta tutti i giorni dalle 7.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00. Per la celebrazione del Sacramento i penitenti possono utilizzare il sussidio: “Il Perdono di Dio”, appositamente preparato dal Santuario.
Puntualità. Coloro che celebrano i Sacramenti a Pompei siano puntuali, nel rispetto degli orari. Si tenga presente che il Santuario ha un servizio pastorale di accoglienza che richiede da tutti la puntualità.
Abiti. Siano consoni alla presenza in Chiesa. Evitare abiti che offendano il Signore e la dignità delle persone, specialmente dei poveri.
Fotografie. I fotografi siano rispettosi della preghiera e del raccoglimento evitando scatti in particolari momenti: proclamazione della Parola, omelia, dopo la Comunione e nei momenti di silenzio. In occasione dei Matrimoni è consentito ad un solo fotografo salire sul presbiterio. Gli operatori di ripresa dovranno rimanere all’esterno della balaustra. Nel pieno rispetto della professionalità, nella distinzione dei ruoli e nella complementarietà di intenti, si danno le seguenti indicazioni. Poiché la Basilica è molto illuminata, sia di luce naturale che artificiale, si prega di non usare luci supplementari o faretti fissi, nemmeno sulle telecamere usate per le riprese. Gli operatori debbono essere solo due: uno per le foto, uno per le riprese video. Siano vestiti convenientemente, come la sacralità del luogo impone e il buon senso suggerisce; se possibile, è gradito l’abito scuro. Il fotografo ha possibilità di movimento discreto e rispettoso per quanto si sta celebrando. È pregato di non rivolgere parole o inviti agli sposi, per determinare posizioni, sguardi; si limiti a riprendere. Gli strumenti professionali non possono essere lasciati ovunque, ma in posti non visibili e ben ordinati, in modo che non creino una sgradevole ammucchiata. Il Santuario non ha fotografi autorizzati.
Fiori. Il Santuario provvede ogni giorno al decoro della Basilica. Gli sposi possono aggiungere delle confezioni floreali che adornino l’Altare e il Trono della Madonna. Non è consentito nessun altro tipo di preparazione (tappeti, ecc.).
Musiche e canti. Siano di aiuto a vivere il mistero che viene celebrato e favoriscano la preghiera e la partecipazione di tutti. Le celebrazioni potranno essere animate dal suono dell’organo, o da un coro composto da almeno dodici cantori, concordando il programma musicale con il Rettorato. Non è consentita l’esecuzione delle seguenti composizione: “Ave Maria” di F. Schubert, “Ave Maria” di C. Gounod, “Ave Maria” di G. S. Mercadante e P. Mascagni, “Sogno” di R. Schumann, “Largo” di G. Mulè, “La Vergine degli Angeli” di G. Verdi, “Largo” di G. F. Haendel, “Marcia nuziale” di R. Wagner, “Marcia nuziale” di F. Mendelssohn, “Ave Maria” di G. Verdi.
Fonte: www.pompeionline.net