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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Articolo del 21/03/2008 Pubblicato in attualità Letto 1145 Volte

You Tube Oscar: Assegnati gli Awards... Bellissimo.




You Tube Oscar e il vincitore è senza nome...
Assegnati gli Awards, decine di milioni di voti. La star è un bimbo che ride; grande sconfitta, nella sezione politica, Obama Girl
. Guarda tutti i video.
 

Articolo del 21/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 3886 Volte

difiorefotografi - Napoli, Torre del greco: Chiesa S. Antonio dei Brancaccio. Fotografi - Napoli




Chiesa di S. Antonio dei Brancaccio


Il dott. Antonio Agostino Brancaccio, nato nella nostra città nel 1837, fu valente medico, membro di vari Congressi medici, amministratore sagace e onestissimo al comune per diversi anni come Sindaco, Consigliere e poi Deputato provinciale, Direttore dell'Ospedale succursale degli Incurabili di Napoli sito al Miglio d'Oro, Presidente del Consiglio direttivo della Scuola d'Incisione sul Corallo, Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Commendatore della Corona d'Italia.
Sinceramente cristiano, fu buono e pio nei sentimenti e nelle opere.

Morto fra il compianto generale della cittadinanza il 9 marzo 1899 nella sua villetta posta alla sommità di via Sedivola, sua moglie donna Agnese Ascione, pia e buona anch'essa, volle onorarlo erigendo, a sue spese e su terreno proprio, accanto alla villa, una chiesa, che mancava ancora nella zona, da dedicare a S. Antonio di Padova, di cui il caro scomparso portava il nome.
Diede allora l'incarico della costruzione al nipote Giuseppe Ascione, figlio di suo fratello Giovanni, e questi chiamò il prof. Enrico Taverna, Direttore della Scuola del Corallo, che approntò il progetto. La chiesa, nata come atto d'amore, venne consacrata il 3 giugno 1902 da mons. Antonio Scotti, già vescovo di Piedimonte d'Alife, allora residente nella nostra città.
Di proprietà della famiglia Ascione, ebbe di volta in volta come rettori tre nipoti sacerdoti della stessa donna Agnese, cioè don Francesco Villani, don Ulrico Ascione e don Antonio Ascione. Nel 1945 essa fu eretta a parrocchia, passando alla diretta amministrazione della Curia Arcivescovile di Napoli e primo parroco fu lo stesso don Antonio; gli è succeduto poi l'attuale, don Carmine Ascione, che non è della stessa famiglia della fondatrice, ma soltanto un omonimo.
La chiesa è in quello stile gotico revival o rinascente che, rifacendosi all'originario già fiorito nel Medio Evo, fu in voga a metà del secolo scorso in Europa, soprattutto in Inghilterra e in Francia. Perfetto, perciò, è il suo verticalismo, sia nella facciata che nell'interno ad una sola navata, con le arcate ogivali, le finestre bifore illeggiadrite da vetrate colorate ove sono dipinti bianchi gigli.

L'altare in marmo grigio ha dei bronzi raffiguranti il mistero eucaristico ed è sormontato da una grande urna che racchiude la statua del Santo di Padova, opera del prof. Dantino di Torino, amico del Taverna. In una parete del presbiterio sono murati i resti mortali di don Antonio Brancaccio e di donna Agnese, qui traslati dalla cappella gentilizia del cimitero comunale il 12 dicembre 1963. L'epigrafe latina apposta sul muro ricorda che il Brancaccio "inaestimabilis scientiae ac animi sui thesauros in egenos aegrosque profuduit, civium magister plurimos permansit honestissimus honoratusque annos" (profuse gli inestimabili tesori della scienza e dell'animo suo ai bisognosi e ai malati, e come sindaco per diversi anni rimase onestissimo e onorato).
Annesso alla chiesa è il palazzo delle opere parrocchiali, fatto costruire nel 1962, per incrementare l'attività religiosa, dal parroco don Carmine, su suolo donato dal comm. Giovanni Ascione, pronipote di donna Agnese; esso comprende sale per le associazioni cattoliche maschili e femminili, una sala biblioteca, un salone per manifestazioni e, al primo piano, la canonica.

La chiesa possiede un grande e bellissimo ostensorio in argento fuso e dorato, riccamente decorato con incrostazioni in corallo e pietre preziose, opera della Ditta di coralli del citato comm. Ascione, e inaugurato nel 1933, durante le celebrazioni del Congresso Eucaristico a Torre del Greco.

fonte: www.torreweb.it
 

Articolo del 20/03/2008 Pubblicato in campagne promozionali Letto 2916 Volte

IL MATTINO di Napoli - Nino Buonocore in concerto

Il Mattino -  Nino BUonocore in concerto
 

Articolo del 20/03/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 5308 Volte

La Musica al Matrimonio - Origini, Tradizione e Consigli. Wedding - fotografi napoli



La musica è uno degli elementi fondamentali in un matrimonio. Essa contribuisce a creare l’atmosfera desiderata dagli sposi e a scolpire, sia nelle loro menti che in quelle degli invitati, ricordi indelebili del giorno delle nozze.

È molto importante, dunque, scegliere la musica giusta. In primo luogo, essa dovrebbe adattarsi allo stile della cerimonia e del ricevimento in generale.

Le origini della musica ai matrimoni sono molto antiche. La tradizione racconta che la prima marcia nuziale fu voluta, per le proprie nozze, dalla principessa Victoria, figlia della regina Vittoria d'Inghilterra, nel 1858.

È sempre consigliabile, per gli sposini, rivolgersi a professionisti del settore per garantirsi un risultato all’altezza dell’evento che si sta andando a festeggiare. Per quanto riguarda la musica durante la celebrazione del rito (sia esso religioso o civile), gli strumenti privilegiati dalla maggior parte delle coppie sono il violino, il violoncello, l'arpa e l'organo, considerato un po’ il “re degli strumenti per le cerimonie nuziali”. Il programma musicale può essere vario, ma di norma i brani fondamentali sono quelli eseguiti all’ingresso della sposa e durante lo scambio degli anelli.

Valeria Scotti ci spiega che “ Wagner, Schubert, Vivaldi, Handel e Bach, sono alcuni degli autori classici che gli sposi solitamente scelgono. I loro brani sottolineano i momenti più toccanti della cerimonia. Il galateo comunque consiglia alcuni brani "standard" da inserire tra le proprie musiche da matrimonio. La marcia nuziale di Richard Wagner accompagna l'ingresso in chiesa della sposa; la marcia nuziale di Felix Mendelssohn invece, annuncia l'uscita degli sposi dalla chiesa. Una volta terminata la cerimonia, ci si sposta verso il luogo scelto per il ricevimento. La musica da matrimonio ci accompagnerà anche lungo questa seconda parte della giornata. Va dunque scelta con molta cura. Al ricevimento è possibile essere un po' meno rigidi e formali riguardo la musica da matrimonio, ma sempre e comunque attenti al buon gusto.”

Che si tratti di una villa, di un ristorante o di un hotel, ormai tutte le strutture che accolgono ricevimenti di nozze sono attrezzate per ospitare dei musicisti. Alcune, poi, propongono loro stesse agli sposi diverse soluzioni musicali tra cui scegliere. Ad ogni modo, sia che si scelga il classico intrattenimento “piano-bar”, sia che si preferisca un caratteristico quartetto jazz, o un’altra delle innumerevoli proposte dell’attuale panorama musicale, il repertorio dovrebbe essere sempre abbastanza vario, in modo da riuscire ad accontentare un po’ tutti gli invitati.

Fonte: www.dailyroma.it

 

Articolo del 19/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1338 Volte

difiorefotografi - Napoli, Torre del Greco: Stefania con il padre in chiesa. Auguri a tutti i papà. Reportage - Matrimonio

 

Articolo del 18/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1230 Volte

difiorefotografi - Germania, Colonia: Calde luci sul Reno. Reportage

 

Articolo del 17/03/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 1514 Volte

Biagio Antonacci - Fotografia (Inedito mai pubblicato)



Questa canzone è stata scritta e registrata da Biagio Antonacci nel 1991, ma non fu mai pubblicata.

Nel 2007 è stata aggiunta come bonus track nel CD "Vicky Love", ma non è presente nella tracklist. E' inserita dopo i saluti finali nella track numero 11.

Il video è montato su alcuni spezzoni del film "Lezioni Di Piano".
 

Articolo del 17/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1199 Volte

difiorefotografi - Napoli, Sorrento, chiesa San Francesco. Veduta dall'altare. Reportage

 

Articolo del 16/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 10996 Volte

difiorefotografi - Napoli, Santa Maria del Parto a Mergellina. L'interno, la storia.



Chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina.



La chiesa di Santa Maria del Parto è un luogo di culto di Napoli, ubicato nel quartiere Chiaia. Particolarità dell'ubicazione di questa chiesetta è di essere adiacente ad una terrazza (lastrico solare) di proprietà privata gravata da servitù di passaggio. Il tempio, quindi, si trova sulla sommità di un edificio privato cui si accede da una scala, posta alle spalle di un noto ristorante sito in piazza Mergellina, che si attesta proprio sulla terrazza ad una distanza di circa 40 metri dalla facciata del tempio. Inoltre, si può accedere alla chiesa anche attraverso un ascensore ed una scala coperta che hanno ingresso dalla via Mergellina n. 9/b. Tale civico si raggiunge percorrendo via Mergellina, in direzione di Posillipo, mantenendosi di fianco alla facciata del fabbricato che precede la chiesa; giunti alla estremità della facciata di questo edificio si scorge un grazioso portoncino, dove sono ubicati i predetti accessi.
L'edificio di culto ospita la salma del poeta napoletano Jacopo Sannazaro che fu l'autore del poema scritto in latino De partus Virginis (il parto della Vergine), da cui la chiesa prende il nome.
La chiesa fu voluta dallo stesso Sannazaro che costruì l'edificio di culto su un terreno donatogli nel 1497 dal re Federico d'Aragona. La maggiore opera d'arte presente nella struttura è la tomba del poeta; è posta dietro l'altare e fu realizzata dagli scultori Ammannati, Montorsolo e Ferrucci.
La nicchia è una complessa opera scultorea che si ispira all'ambiente dell'Arcadia (raffigurazioni di Apollo, Minerva, Nettuno, ecc.). Altre opere rilevanti dell'edificio sono le statue di Jacopo e Sannazaro, un presepe di Giovanni da Nola; una figura attribuita a Leonardo da Pistoia e lastre sepolcrali.



fonte: Wikipedia
 

Articolo del 16/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 2506 Volte

difiorefotografi - Sorrento, chiostro San Francesco: Luca e Anna. Reportage - Matrimonio

 

Articolo del 15/03/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 35817 Volte

Il lancio del riso al Matrimonio - Storia, origini e significato di un'usanza matrimoniale diffusa.

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Santa Maria del Parto a Mergellina
Napoli, Chiaia via Mergellina 21

L’usanza del lancio del riso sugli sposi ha origine dalla tradizione cinese: un’antica leggenda narra che il Genio Buono, alla vista dei contadini colpiti da una grave carestia, sia stato mosso a pietà e abbia chiesto loro di irrigare i campi con l’acqua del fiume in cui egli disperse i propri denti. L’acqua trasformò i denti in semi, da cui germogliarono migliaia di piante di riso, che sfamarono l’intera popolazione. Il riso da allora divenne simbolo di abbondanza e prosperità e lanciarlo sugli sposi equivale ad augurare loro un futuro di felicità e soddisfazioni. C’è anche chi sostiene, invece, che l’usanza del lancio del riso abbia origini Romane. Si dice, infatti, che per tradizione nell’Antica Roma si lanciasse del grano sugli sposi (sempre come augurio di fertilità). Il “cambio di cereali” è avvenuto nel momento in cui il riso è diventato più reperibile del grano (avere del riso in casa è semplice…reperire del grano potrebbe essere un problema). Ma questa seconda ipotesi riguardo alla tradizione del lancio del riso sugli sposi è meno certa rispetto alla prima.

Al giorno d'oggi per quanto riguarda il lancio del riso, ci sono diversi elementi di novità. Per esempio il riso è sempre più spesso colorato e non più bianco e semplice, e viene distribuito agli invitati, fuori dalla chiesa in appositi contenitori (coni, borsette, sacchettini portariso) acquistati, o addirittura creati a mano dalla sposa stessa. Per coloro che non amano particolarmente il riso, esso può essere rimpiazzato dal lancio di coriandoli o di petali di fiori (rigorosamente coloratissimi).

E' molto in voga, inoltre, sostituire il riso con delle bolle di sapone, magari in flaconcini personalizzati col nome degli sposi. In tal modo poi, gli invitati avranno anche un ricordino simpatico, oltre alla bomboniera, da portare a casa.

fonte: www.answers.yahoo.com

 

Articolo del 15/03/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 24318 Volte

I confetti - La storia, le tradizioni, le curiosità sul dolce da matrimonio per eccellenza - colori



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La parola confetto deriva da “confectum”, participio passato di conficere, ossia preparato, confezionato. Nel Medioevo ci si riferiva con questo termine alle confetture o alla frutta secca ricoperta di miele, non al confetto così come lo conosciamo oggi.

Ma allora quando nasce il confetto?

Questa è una domanda a cui non è facile rispondere, è davvero difficile collocare in un’epoca ben precisa la nascita di questo dolciume. Sembra che il primo confetto fosse indirizzato a fini terapeutici (il preparato medicinale era ricoperto da un guscio dolce, per renderlo più gradevole ), e pare che sia stato inventato da un arabo di nome Al Razi. Al di là, però di questa piccola curiosità secondo alcuni storici la nascita del confetto risale al 1200 periodo in cui mandorle anici ecc venivano ricoperte da uno strato di miele indurito, quindi questi prodotti rappresentano l’antenato del confetto così come lo conosciamo oggi. Questi dolcetti erano molto apprezzati dalle famiglie nobili che di solito li conservavano in dei preziosi cofanetti decorati che successivamente avrebbero dato vita alle bomboniere ( circa due secoli più tardi ). Di tali prodotti si ha notizia a Venezia a partire dal 1200 (come già evidenziato) dove arrivavano dai mercati dall’estremo oriente, era, infatti, in uso nell’impero bizantino gettare questi dolcetti dai balconi nobiliari sul popolo festante durante i festeggiamenti carnasciali.

Ma se andiamo ancora più indietro nel tempo secondo alcuni l’origine dei confetti è da far risalire addirittura al periodo romano, quando per festeggiare nascite e matrimoni si usava lanciare dei bon bon realizzati con anime di mandorle, miele e farina.

Fino adora però si è parlato di confetti fatti col miele non con lo zucchero e questo perché dobbiamo aspettare il tardo 400 quando lo zucchero venne esportato dalle Indie occidentali. Da quel momento in poi diventerà protagonista assoluto nel processo di dolcificazione, relegando il miele ad un ruolo marginale. Poeti e scrittori come Il Leopardi, Carducci, Verga, Pascoli,e D’annunzio hanno citato i confetti come dolci che arricchiscono pranzi importanti e cerimonie solenni, ed inoltre non dobbiamo dimenticare che ad ogni festività corrisponde un colore di confetto differente. La tradizione vuole che il confetto usato per il matrimonio sia bianco, ad indicare la purezza della sposa. Il rito del lancio dei confetti all’uscita del corteo dalla chiesa veniva chiamato “sciarra”, ossia rissa, riferito ai ragazzi che dopo il lancio accorrevano a raccogliere i dolci creando confusione. Nel battesimo i confetti invece saranno rosa per le bambine, ad indicare il colore del sangue e quindi la fertilità femminile, e azzurri per i maschietti ad indicare il colore del cielo e quindi la futura elevatezza morale. Alle nozze d’oro i confetti color oro , a quelle d’argento i confetti argentati, per la laurea rossi, per le promesse di matrimonio verdi e via di seguito.

Per quanto riguarda il matrimonio, non tutti sanno che per secondo una vecchia tradizione, ogni anniversario c’è un diverso colore di confetto. Ve lo proponiamo di seguito.

I colori dei confetti nella tradizione

1 Anno - Nozze di Cotone : Rosa

5 Anni - Nozze di Seta: Fuxia

10 Anni - Nozze di Stagno: Giallo

15 Anni - Nozze di Porcellana: Beige

20 Anni - Nozze di Cristallo: Luce

25 Anni - Nozze d' Argento: Argento

30 Anni - Nozze di Perle: Mare

40 Anni - Nozze di Smeraldo: Verde

45 Anni - Nozze di Rubino: Rosso

50 Anni - Nozze d'Oro: Oro

fonte: www.crispoconfetti.com

 

Articolo del 14/03/2008 Pubblicato in attualità Letto 2005 Volte

21 Marzo, Primavera: Inizia la stagione dei matrimoni - Scegliere il bouquet in base alla stagione.


in foto: ingresso Villa Cammuso

Per raggiungere Villa Cammuso:
Uscita A1 Caserta Nord, direzione S. Leucio, dopo Taverna Nuova seguire le indicazioni per Villa Cammuso Funari – Ponteleone – Caserta


È importante tenere conto del tipo di fiore in relazione alla stagione del matrimonio. Anche se ormai è possibile acquistare fiori estivi in inverno e viceversa, è meglio rispettare il naturale corso delle stagioni:

- in primavera, scegli il giallo della forsizia, della mimosa o della primula, l''azzurro dei nontiscordardimé, il rosa della camelia, il bianco della peonia…questi fiori infatti sbocciano in concomitanza della cosiddetta “stagione dei matrimoni”, quale appunto è considerata la primavera.

-in estate, il giallo del girasole, il blu dei delphinium, il rosso delle gerbere;

-in autunno, il verde della vite americana, il rosso delle bacche di ribes, il rosa delle dalie;

-in inverno, il rosa della camelia giapponese, il rosso della stella di Natale, il bianco del viburno.

Ci sono, inoltre, fiori adatti a ogni stagione proprio perché da sempre riconosciuti come "i fiori della sposa": sono le rose in tutte le loro infinite sfumature, anche rosse, il mughetto, il tulipano, i fiori d''arancio, la fresia, la calla, il viburno, il giglio, la gardenia.

Se vuoi un bouquet poco tradizionale, ma di grande effetto, affidati alle ultime tendenze della moda che vedono in primo piano inusuali composizioni realizzate con bambù, fiori di loto, felci, ortensie o ginestre mescolati, a seconda della stagione, a rami di salice o di nocciolo, a melograni o spighe, ad agrifogli o edere variegate, a peperoncini rossi o rosmarino in fiore. Se sono fuori stagione, avvisa il fiorista con un certo anticipo, in modo che possa procurarteli per tempo.

fonte: www.donnamoderna.com

 

Articolo del 13/03/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 1785 Volte

Milano, curiosità e trend per il sì. Sposi: ok in bianco, cerimonia in nave.



Sì al tradizionale abito bianco, ma le nozze si celebrano su una nave da crociera e i fuochi artificiali devono essere accompagnati da un sottofondo di musica classica.
In ogni caso, il giorno del sì è una giornata in cui si corona un sogno d’amore, ma anche un’occasione in cui tutto deve essere perfetto e funzionare senza intoppi.

Organizzare un matrimonio è un lavoro lungo e complesso che richiede, oltre a pazienza e buona volontà, senso pratico e spirito organizzativo. Per fortuna, anche senza ricorrere a specifici professionisti, ci sono tanti modi per alleggerire il carico di lavoro e di stress che comporta la preparazione del “giorno del sì”.
A disposizione dei futuri sposi ci sono numerose manifestazioni in cui viene presentato tutto quello che serve per la giornata delle nozze, dai vestiti al catering alle bomboniere, alle liste di nozze, in modo da farsi almeno un’idea precisa di quello che necessario e delle proposte del mercato.
Una di queste occasioni è MilanoSposi, che si tiene ad Assago, alle porte del capoluogo lombardo, con tutto quello che c’è di più nuovo e trendy per i fiori d’arancio.
La Fiera, oltre a proporre una panoramica completa di tutto il necessario per una cerimonia e una festa perfetta, è anche l’occasione per conoscere i nuovi trend e le tendenze più “cool” per il giorno del sì.

Ad esempio, come spiega l’esperta Simona Polli, direttore di White Sposa, i nuovi mood per il mondo del wedding del prossimo anno segnano alcune conferme e molte novità. Innanzi tutto, l’abito tradizionale si conferma il sogno della maggior parte delle ragazze. Il bianco in tutte le sue nuance continua a farla da padrone, ma non mancano i colori pastello come il rosa cipria, il verde acqua, l’azzurro polvere con qualche intrusione dei colori più decisi come il rosso o l’arancio cangiante.
Sì anche ai dettagli importanti come ricami di strass (ma dosati in modo minimale), drappeggi e scolli. Prevalgono comunque le linee semplici, anche se molto ricercate. Vanno sempre bene le gonne vaporose e i veli grandi che incorniciano il viso.
Per la sposa che vuole concedersi un tocco trasgressivo, o almeno malizioso, ci sono gli abiti a sirena, scolli profondi e spalle scoperte, da abbinare in chiesa a coprispalle coordinati
Anche per lui la moda suggerisce dettagli importanti: ad esempio sotto un abito classico, il gilet e la cravatta possono essere particolari. I colori sono comunque quelli classici di sempre, dal blu, al grigio, ma anche le tinte cangianti come il bronzo o il platino, senza rinunciare a un tocco di color lavanda per gli accessori.
Tra le location per la festa, sono di moda gli antichi castelli o le dimore storiche, mentre per i mesi primaverili o dell’estate tanti sposi scelgono gli agriturismi, specie se si trovano in località di fascino e di interesse paesaggistico.
Molto trendy è anche organizzare la cerimonia a bordo di una nave da crociera, dove il comandante può, a tutti gli effetti, celebrare il rito nuziale.
In questo caso, la cerimonia, la festa successiva e il viaggio di nozze si svolgono in un’unica location. Se il matrimonio si svolge di pomeriggio, la sposa dopo la cerimonia può cambiarsi d’abito, sostituendo il vestito bianco e classico della cerimonia in chiesa con un abito da sera, più sexy e colorato, per la festa. Anche lo sposo può cambiare mise e passare dall’abito da cerimonia allo smoking. Al termine della festa l’eventuale spettacolo pirotecnico è di particolare effetto se accompagnato da musica classica.


fonte: www.tgcom.mediaset.it
 

Articolo del 13/03/2008 Pubblicato in attualità Letto 11974 Volte

1° Maggio Festa dei Lavoratori, storia di una ricorrenza: Concerto 1° Maggio Piazza S Giovanni Roma

La storia del Primo Maggio, il giorno della festa dei lavoratori, è quasi sconosciuta alla maggior parte delle persone. All’origine dei festeggiamenti c'è il grande movimento di lotta che negli anni ‘80 del XIX secolo che ha mobilitato milioni di lavoratori in America ed in Europa per la conquista delle otto ore lavorative, e non solo. A partecipare furono soprattutto le organizzazioni dei lavoratori, che si sono battute per le "Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire". E' questo infatti lo slogan usato nelle manifestazioni. Si è aperta così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il Primo Maggio, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria indipendenza.
Ma gli avvenimenti di quelle giornate di lotta per chiedere la giornata lavorativa di otto ore, si sono concluse tragicamente. Una feroce ondata repressiva si è abbattuta contro le organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori, fino al punto che la polizia ha sparato sui dimostranti causando numerosi morti e feriti. Il ricordo dei "martiri di Chicago" è diventato simbolo di lotta per le otto ore e in questa giornata, si rivive una scommessa vinta dai movimenti dei lavoratori.
In Italia la prima commemorazione della Festa del Lavoro c'è stata nel 1891. Con l’avvento del fascismo, Mussolini ha deciso di abolirne le celebrazioni e ha stabilito la data del 21 aprile (Natale di Roma) per festeggiare "il lavoro italiano e non quello inteso in senso astratto e universale".
Nel 1945, con la Liberazione, il Primo Maggio è tornato a coincidere con la festa del lavoro. Delle celebrazioni in epoca repubblicana resta memorabile per la sua tragicità quella del 1947 a Portella delle Ginestre, nelle campagne del palermitano, dove, durante una manifestazione di braccianti, i banditi di Salvatore Giuliano hanno sparato sulla folla uccidendo 50 persone.
Oggi, dopo oltre un secolo, la festa del Primo Maggio si presenta come un’occasione per ribadire la centralità del lavoro nella vita della democrazia, per estendere i diritti degli uomini e delle donne e fare avanzare ovunque le prospettive di progresso sociale.
Ma non solo. Il 1° Maggio, la Festa dei lavoratori, è anche un’occasione, al giorno d’oggi, per riunirsi e ascoltare buona musica. Ogni anno, infatti, in Italia, in occasione di questa ricorrenza viene organizzato un grande concerto a cui partecipano artisti nazionali ed internazionali. Il concerto del 1° Maggio 2007 (XVII edizione) si è tenuto a Roma, in Piazza San Giovanni ed è stato dedicato ai 50 anni del rock’n'roll.
Tra i diversi artisti e gruppi musicali, lo scorso anno si sono esibiti: Africa Unite, Afterhours, Après la Classe, Avion Travel, Enzo Avitabile con Khaled, Bandabardò, Loredana Bertè, Blues Willies, Casino Royale, Carmen Consoli, Tullio De Piscopo, Irene Grandi, Le Vibrazioni, Modena City Ramblers, Nomadi, Mauro Pagani Band, Piotta con Enrico Capuano, Daniele Silvestri, Riccardo Sinigallia, Tetes De Bois, Tiromancino, Velvet, Verdena.
 

Articolo del 12/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1252 Volte

difiorefotografi - Germania, Colonia: in contemplazione sul lungo Reno. Reportage Köln.

 

Articolo del 11/03/2008 Pubblicato in attualità Letto 3187 Volte

25 Aprile Festa della Liberazione, Vasco Rossi canta Generale- Storia, curiosità - Musica e Libertà.

Dall'album "Generale" di Francesco De Gregori, la canzone omonima. Una canzone che parla di guerra e sofferenza, ma anche di amore e di speranza. Un cosiddetto "pezzo storico", tanto che diversi artisti si sono cimentati nel cantarla. Tra i principali ricordiamo, oltre a Vasco Rossi, anche Pino Daniele insieme allo stesso De Gregori, in una bellissima esibizione live che resterà nella storia della musica, durante un concerto cui hanno partecipato, tralaltro, anche Ron e Fiorella Mannoia.

La "Festa del 25 aprile" era chiamata, fino a qualche anno fa, Festa della Liberazione.
Infatti questa data ricorda la fine del periodo nazi-fascista e, appunto, la liberazione dell'Italia dalla dittatura di Mussolini (alleato di Hitler) e la vittoria dei Partigiani antifascisti che

organizzarono la Resistenza per riconquistare la libertà e la democrazia.
Proprio il 25 aprile 1945 i Partigiani (con l'aiuto e l'appoggio degli Alleati americani e inglesi) entrarono vittoriosi nelle principali città, liberando l'Italia e gettando le basi per una nuova democrazia.

I Partigiani erano uomini, donne, ragazzi, soldati, sacerdoti, lavoratori, operai, contadini, socialisti, cattolici, comunisti: insomma, gente di diverse idee politiche o fede religiosa, e di diverse classi sociali, ma che avevano deciso di impegnarsi in prima persona (rischiando la propria vita) per porre fine al fascismo e fondare in Italia una democrazia, basata sul rispetto dei diritti umani, della libertà individuale, senza distinzione di razza, di idee, di sesso e di religione.

La Costituzione Italiana attuale, nata dalle idee di democrazia e di libertà degli antifascisti, fu elaborata negli anni successivi proprio da quegli uomini che avevano lottato contro il fascismo. Si dice, infatti, che la nostra Costituzione è figlia della Resistenza antifascista.
Oggi la "Festa del 25 aprile" viene chiamata Festa della Libertà: è un'occasione per ricordare che la libertà non è un valore gratuito che esiste automaticamente o una condizione che si mantiene da sola.
 

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