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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Articolo del 07/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1979 Volte
difiorefotografi - Napoli, Massalubrense, Villa Lubrense: Antonino e Anna. Reportage - Matrimonio
Articolo del 06/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1450 Volte
difiorefotografi - napoli, corso Vittorio Emauele: hotel San Freancesco a Monte, la veduta. Reportage - Matrimonio
Articolo del 05/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 11074 Volte
difiorefotografi - Napoli, Torre del Greco: Club la vela. Gli sposi, la piscina, particolari. Report
Articolo del 05/03/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 10336 Volte
Il galateo delle nozze. Qualche consiglio per un matrimonio all'insegna del bon ton.
Galateo Abito da Sposa
Per il galateo, la sposa può indossare il vestito lungo solo se sposo, parenti, fratelli e testimoni decidono di indossare il tight. In tal caso sono ammessi l'abito con lo strascico e il velo.
Galateo Abito da Sposo
Fino a qualche tempo fa lo sposo non poteva permettersi molti strappi alla regola in fatto di abbigliamento, anche se il bon ton gli concedeva alcune alternative. A un matrimonio solenne non si ammettevano eccezioni: tight di giorno e marsina alla sera.
Galateo Anelli nuziali, le fedi La tradizione le vuole lisce e sottili in oro giallo, ma se il portafoglio, lo consente nulla vieta una fede in platino o con brillanti, purché all'interno vi siano incisi i nomi degli sposi e la data delle nozze. Unico vincolo: l'anello va assolutamente portato all'anulare sinistro perché fin dall'antichità si pensava che questo dito fosse collegato direttamente al cuore. Nei paesi del Nord Europa la fede nuziale si porta sulla mano destra. Infatti l'uso di questo cerchietto d'oro che sancisce il legame matrimoniale affonda le sue radici nella storia. Di origine germanica e poi passato nelle consuetudini romane, è solo nel tardo Medioevo che viene ufficialmente adottato nelle cerimonie di nozze. Il rituale delle fedi, che devono essere acquistate dallo sposo, non varia tra matrimonio civile e religioso: nel momento "clou" della cerimonia gli sposi si scambiano gli anelli pronunciando la promessa d'amore.
Galateo Lista nozze
La lista nozze, un tempo, non era prevista dal galateo. La sua origine è statunitense ed in Europa era considerata come una cosa volgare. Ai giorni d'oggi, invece, l'usanza della lista nozze si è diffusa ed è stata accettata da tutti. Il suo scopo principale è quello di evitare doppioni inutili nei regali.
L'arte di ringraziare Galateo Ringraziamenti A proposito di regali, quando si ricevono i primi doni, è bene registrarne subito le caratteristiche vicino al nome del donatore sulla lista degli invitati, in modo da poter esprimere, nel biglietto di ringraziamento, la gioia di aver ricevuto proprio quel regalo. Questa menzione sicuramente farà piacere a chi si è dato la pena di sceglierlo e di farlo. I ringraziamenti vanno inviati possibilmente entro due mesi dalla cerimonia, al ritorno dal viaggio di nozze. Conviene anche segnare quelli già fatti, in modo da non confondersi dopo tanto tempo. L'invio delle bomboniere non esclude il ringraziamento di proprio pugno.
Galateo Bomboniere
Alla sposa il compito creativo di sceglierle e ordinarle, ai genitori o alla migliore amica quello di inviarle dopo che gli sposi sono partiti per il viaggio di nozze. Le regole del galateo in fatto di bomboniere sono severe, se si decide di rispettarle: vanno recapitate una ventina di giorni dopo il matrimonio in segno di ringraziamento. Vengono spesso personalizzate con il monogramma degli sposi e sono sempre accompagnate dal bigliettino che riporta i loro nomi e la data delle nozze. Oggi, per praticità, molti sposi le consegnano agli amici durante il ricevimento.
Galateo Cerimonia e Corteo Semplice o solenne, davanti al sindaco o al prete, la cerimonia impone rituali che sanciscono e rendono pubblico il passaggio della coppia da uno stato ad un altro. Ma, indipendentemente dalle scelte degli sposi sul tipo di cerimonia, alcune regole vanno rigorosamente rispettate.
La sposa entrerà in chiesa al braccio del padre o, in mancanza di lui, del parente più stretto. Al suo ingresso tutti saranno già ai loro posti: nella parte sinistra della chiesa la famiglia della sposa, nella parte destra quella di lui.
Lo sposo sarà già all'altare, insieme ai testimoni, che dovranno sistemarsi a lato degli sposi, a sinistra quelli di lei e a destra quelli di lui. Alla fine della cerimonia lo sposo darà la destra alla sposa e dietro di loro si formerà il cosiddetto corteo: la madre dello sposo alla destra del padre della sposa, la madre della sposa al braccio del padre dello sposo, seguiti dall'allegra scia di fratelli, zii, cognati e amici in festa.
Galateo I Ruoli
Gli sposi
-Ricevono gli ospiti;
-Intrattengono gli ospiti durante i tempi morti del ricevimento;
-Lo sposo può ringraziare tutti gli invitati con un discorso a inizio o fine pasto;
-Anche la sposa può fare un discorso di ringraziamento, dopo lo sposo;
-La consegna di bomboniere e confetti è affidata alla sposa;
-La tradizione impone che siano gli sposi ad aprire le danze, con ballo lento sulla pista da soli;
-Se gli sposi a fine ricevimento vanno via in auto, è tradizione attaccare al paraurti posteriore lattine, palloncini ed altri oggetti rumorosi. Questa usanza deriva dalla tradizione di attaccare le scarpe della sposa alla macchina, per simboleggiare il passaggio di proprietà della donna dal padre al marito.
Il padre della sposa
-Se si vuole seguire il galateo, è il primo a fare il discorso e proporre un brindisi agli sposi;
-Gli spetta un ballo con la figlia al terzo giro di danza. La madre della sposa
-Nel caso in cui gli sposi ritardino a causa del servizio fotografico, è la madre della sposa che riceve gli ospiti; -Può fare, con il genero, il secondo ballo. I genitori dello sposo
-Padre: gli spetta il ballo con la sposa subito dopo che, quest'ultima, ha aperto le danze con il marito. -Madre: lo sposo concederà un ballo alla madre al terzo giro di danza.
I testimoni
-Il testimone principale può tenere un discorso per rispondere allo sposo da parte di tutti gli altri invitati e testimoni.
Invitati
-Dovrebbero restare fino a quando gli sposi non vanno via;
-Possono andarsene prima solo se gli sposi hanno comunicato di voler lasciare la festa dopo gli invitati.
www.simonalucentini.it
a cura della dott.ssa Liliana Castello
Articolo del 04/03/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 69316 Volte
Le più antiche e dolci leggende sui fiori. La nascita, la storia, il colore, i sentimenti.
Da sempre i fiori sono considerati quali oggetti ideali per un regalo, per esprimere un pensiero o uno stato d’animo. Lo sposo dona fiori alla sua amata. Le giovani sposine tengono stretto tra le mani il loro bouquet, scelto con cura. Un bocciolo vuol dire tante cose, tanto che esiste un vero e proprio “linguaggio dei fiori”, com’è noto. Ma non tutti sanno che esistono diverse leggende sui fiori, sulla loro nascita, sul colore che li contraddistingue. Leggende che parlano d’amore, di matrimonio, di gioia e tanto tanto altro. Eccone alcune.
Perché i gelsomini si regalano alle spose in segno di buon augurio
Una leggenda narra che i Gelsomini fossero una pianta di esclusiva proprietà della Famiglia dei Medici e venivano coltivati soltanto nei loro giardini. Un giovane giardiniere rubò una pianta e la regalò alla sua fidanzata, che la mise in terra e la accudì con tanto amore che essa crebbe e fece tanti fiori meravigliosi. I due fidanzati si sposarono e vissero felicemente, diffusero la coltivazione del fiore e l’usanza di regalarlo alle giovani spose come segno di buon augurio.
La storia della “Pratolina”
In primavera i prati si coprono spontaneamente di migliaia di margheritine. Forse non tutti sanno che tale fiore, detto anche “Pratolina” e così comune alle nostre latitudini, ha una storia molto antica. Il suo nome scientifico e’ “Bellis” e deriva da una leggenda. Bellis era la figlia del dio Belus. Un giorno, mentre danzava con il suo fidanzato, attirò l’attenzione del dio della primavera a causa della sua bellezza. Il dio tentò di strapparla al fidanzato, quest’ultimo reagì con violenza e la poveretta, per salvarsi da entrambi si trasformò in una margheritina.
La Pratolina fu molto amata nei tempi antichi. Quando Margherita di Valois, sorella di Francesco I sposò Emanuele di Savoia, fu presentata a corte con un cesto di margherite. Luigi IX di Francia amava tanto questo fiore e si era fatto fare un anello a forma di margherita. Margherita d’Angiò, moglie di Enrico VI d’Inghilterra, era solita far ricamare margheritine sulle vesti dei cortigiani: aperte indicavano la vita, chiuse, la purezza.
In inglese la Margherita si chiama “Daisy” e deriva dall’espressione “Day’s eye”, occhio del giorno.
La nascita della Stella Alpina
Secondo una leggenda svizzera questo fiore sarebbe stato un tempo una fanciulla così bella, pura e nobile di animo che, sebbene desiderata da molti cavalieri, non incontrò mai nessuno degno di diventare suo sposo. Quando morì, ancora non sposata, fu trasportata sulle vette più eccelse delle montagne e trasformata in un fiore che fu chiamato Edelweiss (che significa nobile bianco) e che nasce in luoghi inavvicinabili per gli esseri umani. Poiché dunque per raccogliere questo fiore occorre fatica e coraggio, la frase "cogliere Edelweiss” divenne, per gli Svizzeri, sinonimo dell’ottenimento del più alto e nobile onore che un uomo mortale possa conquistare.
Perché le Rose Gialle sono simbolo di infedeltà e gelosia
L’origine del significato è nella storia del profeta Maometto e della sua favorita Aisha. Poiché egli sospettava che gli fosse infedele chiese all’Arcangelo Gabriele di aiutarlo a scoprire la verità. L’Angelo gli disse di bagnare le rose e, se avessero cambiato colore i suoi dubbi sarebbero stati fondati. Infatti quando Maometto tornò a casa Aisha gli offrì delle rose rosse e lui le ordinò di lasciarle cadere nel fiume. Le rose divennero gialle.
Come nacquero le Rose Rosse
In origine le rose erano tutte bianche. Un giorno Venere, correndo incontro ad uno dei suoi innamorati, mise un piede su un cespuglio di rose e le spine la punsero facendola strillare dal dolore. Le rose, bagnate dal suo sangue, vergognandosi per l’offesa recata a Venere, arrossirono all’istante rimanendo così per sempre.
L’origine del Narciso
La mitologia greca ci tramanda che Narciso era un giovane bellissimo e duro di cuore. Una ninfa, indispettita per essere stata respinta, decise di vendicarsi. Lo portò a specchiarsi in un lago, ed egli, vedendosi riflesso sull’acqua si innamorò perdutamente della sua immagine convinto che fosse quella di una ninfa bellissima. Quando l’acqua del lago si increspò, l’immagine di Narciso scomparve ed egli, convinto di aver perso la sua amata si gettò nel lago disperato e annegò. Cupido trasformò il giovane in un fiore che chiamò Narciso, affinché tutti ricordassero le disgrazie cui porta la vanità e l’egoismo.
L’origine dell'agrifoglio
L'origine dell'agrifoglio si ritrova in una leggenda dei paesi nordici nella quale si narra che quando Baldur morì trafitto da una freccia, cadde proprio su un cespuglio di agrifoglio, allora suo Padre, il dio Odino, decise di ricompensare la pianta che aveva ospitato il figlio al momento della morte trasformandola in sempreverde e riempiendola di bacche rosse.
fonte: www.dilloconunfiore.com
in collaborazione della dott.ssa Liliana Castello
Articolo del 04/03/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 17019 Volte
difiorefotografi - Caserta, la sposa con il bouquet. Modelli, consigli e curiosità.
Il bouquet è uno degli elementi più importanti nell'intero look della sposa. La tradizione vuole che il mazzo di fiori passi di mano ben tre volte. Sarà lo sposo a farlo recapitare alla sposa e quest'ultima, dopo la cerimonia, lo regalerà ad una fortunata tramite il famoso lancio che indicherà la prossima ragazza o signora che convolerà a nozze. In realtà sappiamo però che sarà la sposa a scegliere fiori, colori e forma per il bouquet in quanto lo sposo non potrà conoscere i dettagli relativi all'abito che indosserà la futura moglie.
La scelta del bouquet deve essere fatta tenendo conto della fisicità della sposa nonchè dello stile e del colore dell'abito. La scelta del fiore predominante nel bouquet può diventare il refrain per tutto il design relativo al party e al banchetto di nozze.
Una sposa in bianco con un bouquet contenente qualche bocciolo di rosa rossa, per esempio, potrebbe suggerire di ripetere la scelta cromatica per le decorazioni dei tavoli e della location in cui avranno luogo i festeggiamenti, per gli addobbi floreali in chiesa, per la macchina e per le damigelle le quali avranno un bouquet più piccolo rispetto a quello della sposa. La scelta dei fiori sarà effettuata non solo per il loro colore ma anche per il significato che la tradizione attribuisce loro. Rosa, fiore d'arancio, calla, giunchiglia, camelia, tulipano, gliglio e molti altri.
Ognuno di loro porta un messaggio preciso. Se si è indecise meglio farsi consigliare dai fioristi che sapranno indicare con competenza la scelta migliore. La forma e la dimensione del bouquet, solitamente rotondo o a cascata, deve assolutamente tenere presente stile e fisicità della sposa. Il portamento della sposa varierà a seconda della forma del bouquet. Una figura alta e snella potà optare per un bouquet più voluminoso o a cascata, per una figura minuta meglio un piccolo bouquet di boccioli.
Fonte: www.chicmagazine.it
in collaborazione con la dott.ssa Liliana Castello
Articolo del 04/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1839 Volte
difiorefotografi - Napoli, Pompeii: insieme. Reportage - Matrimonio
Articolo del 03/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1544 Volte
difiorefotografi - Salerno, corso Vittorio Emanuele: gli sposi sereni. Foto spontanee. Reportage
Articolo del 02/03/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 2622 Volte
Curiosità matrimonio: un quotidiano ed una tv per le nozze. www.wedding.tv
E' questa una delle ultime trovate nel mondo dei servizi da matrimonio. “Ideato e diretto dal giornalista francese Stephane Penouel, il "Corriere degli sposi" è un vero giornale, registrato al tribunale di Roma e personalizzato sulle esigenze degli sposi.
Realizzato in tempo reale il giorno stesso delle nozze, il quotidiano propone un reportage corredato di foto, interviste agli amici e ai parenti, articoli, vignette e rubriche, che può essere pubblicato in varie lingue e viene distribuito al termine del ricevimento. “ (fonte http://lab.iulm.it/ ).
Ma non è tutto! In Inghilterra, infatti, è da poco nato “Wedding Tv”, un canale televisivo che si occupa solo ed esclusivamente di matrimonio.
La rete trasmette 24 ore su 24 tutto quello che concerne il mondo delle nozze, compresi ricevimenti e celebrazioni di coloro che vogliono un ricordo “particolare” del proprio giorno speciale. Il canale ha anche un proprio sito (in inglese, www.wedding.tv ) e potrebbe riscuotere un certo successo, se si considera che in Inghilterra il numero dei matrimoni è tra i più alti al mondo.
Per avere un’idea più precisa di cosa sia, e come operi Wedding Tv, guardate qui http://tv.repubblica.it/ .
E voi? Cosa ne pensate?
(fonte: repubblica.it)
a cura della dott.ssa Liliana Castello
Articolo del 02/03/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1301 Volte
difiorefotografi - Salerno, Cuccaro: la panchina in montagna. Capo Palinuro. Reportage Cilento.
Articolo del 01/03/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 1593 Volte
Le scarpe della sposa. Moda, consigli e curiosità.
Un'accurata scelta delle calzature sposa da indossare nel giorno delle nozze, presuppone che si presti eguale attenzione tanto all'estetica, quanto alla praticità.
Questo discorso vale soprattutto per la donna, per la quale la difficoltà sta proprio nel trovare calzature da sposa belle (e non è così difficile) e al tempo stesso comode (cosa piuttosto ardua).
Per quanto riguarda il colore, il classico abito da sposa, lungo e chiaro, esige calzature da sposa ton sur ton, ed infatti molti atelier le realizzano utilizzando lo stesso tessuto del vestito. Ma non è strettamente necessario che il tessuto sia identico, ciò che conta è che le tonalità del vestito e delle calzature da sposa siano pienamente in accordo tra loro.
Dunque, se le calzature da sposa verranno acquistate separatamente, è meglio portare con sé un campione della stoffa dell'abito, oppure chiedere di poter trattenere qualche paio di calzature da provare insieme al vestito. Dal punto di vista del modello di calzature sposa il discorso è più complesso. Innanzitutto l'altezza del tacco: è consigliabile innanzitutto considerare la statura dello sposo e di conseguenza scegliere una misura che non faccia apparire la sposa né troppo alta, né troppo bassa rispetto al consorte.
Attenzione a non sottovalutare neppure la propria dimestichezza con i tacchi alti, perché se non si è abituate a portarli, è meglio non esagerare con i centimetri per le calzature da sposa! Al contrario, se si è pratiche e li si sa portare con disinvoltura, e se si addicono alla propria figura e all'abito scelto, ci si può tranquillamente orientare anche su modelli dal tacco vertiginoso.
La moda per le calzature da sposa ha visto trionfare punte veramente ardite negli ultimi anni, ma questo non obbliga di certo a non scegliere modelli più squadrati, o, almeno più tondeggianti; se l'abito è classico poi, una punta troppo accentuata diviene addirittura un'evidente stonatura. A seconda della stagione ci si può orientare verso modelli di calzature da sposa più chiusi, veri e propri decoltè, o su scarpe aperte sul tallone, fino ad arrivare a veri e propri sabot. Da evitare, se si vuole essere eleganti, sono i sandali aperti sul davanti, che lascino scoperte le dita. Almeno così era fino a qualche tempo fa.
Oggigiorno, infatti, le sposine osano indossando anche veri e propri sandali, dalla foggia particolare. Si tratta dei cosiddetti “sandali-gioiello”, gettonatissimi soprattutto per i matrimoni che si tengono nel periodo estivo. Il sandalo-gioiello però è sconsigliatissimo per quelle spose che optano per un vestito dallo stile classico-romantico, mentre è l’ideale per abiti dalla linea moderna, stretti o comunque contraddistinti da un tocco di originalità.
La curiosità: In alcune province italiane c’è una simpatica usanza per quanto riguarda le scarpe della sposa.
Le amiche non sposate e/o non fidanzate della sposa mettono una firma sotto le scarpe di quest’ultima prima dell’inizio della cerimonia religiosa.
Durante la giornata e alla fine del ricevimento la sposa controllerà le scarpe “firmate”. Il primo nome che risulterà essersi “cancellato” dalla suola della scarpe è il nome della prossima ragazza che si sposerà/fidanzerà.
fonte: www.corticalzature.it
in collaborazione con la dott.ssa Liliana Castello
Articolo del 29/02/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 5517 Volte
Il velo nuziale: antiche e nuove usanze. Tradizione e modernità. Modelli e tipi di velo
L’usanza di indossare il velo nuziale si tramanda da generazioni e generazioni ma pochi di coloro che ne fanno uso conoscono il vero significato ed il vero motivo per cui veniva usato.
Ai tempi degli antichi romani i matrimoni erano spesso combinati dalle famiglie, sia per motivi politici, sia per motivi di interesse. Proprio per questo motivo i due sposi fino al giorno del si non si incontravano e, i genitori degli sposi, coprivano il volto della sposa con un velo in modo da coprire le sembianze reali. In questo modo lo sposo, una volta sull'altare, non poteva più tornare indietro perchè ormai la cerimonia era iniziata.
Col tempo il velo nuziale ha assunto un significato ben diverso.
Esso per un certo periodo ha rappresentato la purezza della sposa, ma al giorno d’oggi viene indossato più che altro come elemento decorativo dell’abito da sposa, una sorta di “di più”.
Si indossa il velo sull’abito da sposa per tradizione o semplicemente per questioni di gusto personale. Quello che pochi sanno è che anche per quanto riguarda il velo della sposa esistono vari tipi tra cui scegliere.
Ad ogni sogno d’altare corrisponde il suo velo. C’è chi si sveglia d’improvviso perchè è inciampata in chilometri di tulle, chi si sveglia quando lo sposo solleva la velina per il bacio, e chi proprio non riesce a trovare il velo ideale.
Ecco un semplice schema sulle lunghezze del velo da sposa, per farvi arrivare all’altare preparate, e coronare il sogno senza inconvenienti.
• Velo a velina, scusate il gioco di parole: corto, semplice e reclinabile all’indietro a fine cerimonia.
• Velo lunghezza spalle, eventualmente farcibile con la velina di cui sopra.
• Velo al gomito: ideale per le spose basse poichè non le avvolge di strati di stoffe e tulle.
• Velo da Valzer, detto anche velo al pavimento, lungo quanto basta per l’effetto scenico del mantello mentre ballate, ma corto al millimetro per evitare scivolate.
• Velo Cappella: tocca il pavimento e il velo esterno è di solito imbottito da altri due o tre strati interni; effetto bomboniera assicurato.
• Velo Cattedrale: pomposo, esagerato, infinito. Il velo per eccellenza, lungo dall’altare almeno a metà della navata.
Buona fortuna nel caso lo scegliate. Quale velo avete scelto o scegliereste? E perchè? Conoscete altri nomi o altre ragioni legate alle lunghezze del velo da sposa?
fonte: www.pinkblog.it
in collaborazione con la dott.ssa Liliana Castello
Articolo del 28/02/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 1383 Volte
Una commissione di esperti ha selezionato le pellicole nostrane (tra il 1942 e il 1978) da custodire
Una commissione di esperti ha selezionato le pellicole nostrane (tra il 1942 e il 1978) da custodire e restaurare, come i beni culturali.
Un patrimonio immenso "Ecco i cento film italiani da salvare" e su tutti vincono Fellini e Visconti Il regista della "Dolce Vita" ha 8 citazioni, quello del "Gattopardo" 6 Tra le attrici c'è cinque volte la Sandrelli: "Così ho rappresentato le donne del mio paese" di CLAUDIA MORGOGLIONE
ROMA - Monumenti dell'arte. Patrimonio di spettacolo e di costume. Tesori del nostro Novecento. Strumenti di riflessione. Testimonianza viva di cultura. Non parliamo di architettura, pittura o letteratura. Parliamo di cinema.
E questa è già una bella novità: perché per la prima volta, in maniera organica, i film italiani vengono visti come un vero e proprio tesoro. Qualcosa da proteggere, da conservare, da far vedere ai giovani. Una commissione di esperti, rispondendo all'appello lanciato nel 2006 dalle Giornate degli Autori di Venezia, ne ha selezionati cento. O meglio, 101. In un arco temporale che va dal 1942 al 1978. Dall'alba del neorealismo agli anni di piombo. Cento titoli, cento pellicole, una fetta enorme di creatività made in Italy.
Guardando ai registi, su tutti prevale - e non poteva essere altrimenti
- Federico Fellini. Con sette opere inserite in graduatoria: in ordine cronologico Lo sceicco bianco (1952), I Vitelloni ('53), La strada ('54), Le notti di Cabiria ('57), La dolce vita ('60), Otto e mezzo ('63), Amarcord ('74). Più un ottavo film in comproprietà: Luci del varietà, diretto nel 1950 a quattro mani con Alberto Lattuada (presente in classifica anche con Mafioso e La spiaggia).
In questa competizione tra i cineasti italiani più rappresentativi, al secondo posto, dietro Fellini, troviamo Luchino Visconti, con sei citazioni: Ossessione (1943), La terra trema ('48), Bellissima ('51), Senso ('54), Rocco e i suoi fratelli ('60), Il Gattopardo ('63). Dopo di lui, l'indimenticabile Vittorio De Sica, con Sciuscià (1946), Ladri di biciclette ('48), Miracolo a Milano ('51), Umberto D ('52) e L'oro di Napoli ('54).
A pari merito, sempre con cinque film, un paladino del cinema d'impegno come Francesco Rosi, che piazza in classifica I magliari (1959), Salvatore Giuliano ('62), Le mani sulla città ('63), Il caso Mattei ('72) e Cadaveri eccellenti ('76). Ma questo non vuole dire che la grande stagione della commedia all'italiana non sia presente in massa nella top 100. Anzi.
E infatti, ex aequo con Rosi e De Sica, troviamo il grande Mario Monicelli, con i suoi Guardie e ladri (1951), Un eroe dei nostri tempi ('55), I soliti ignoti ('58), La grande guerra ('59) e Un borghese piccolo piccolo ('77). Dietro di lui, con quattro film, ci sono invece un grande maestro del neorealismo come Roberto Rossellini (con Roma città aperta, Paisà, Stromboli ed Europa 51) e un altro mito della commedia, Dino Risi (Poveri ma belli, Una vita difficile, Il sorpasso, I mostri).
Ma il cinema non è fatto solo di autori. E' fatto anche di volti. Indimenticabili volti d'attore, interpreti straordinari, che hanno fatto la fortuna di registi e produttori. Nella classifica ci sono tutti, e con più di un film: Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Totò. Perfino una maschera tragicomica come Paolo Villaggio, presente col primo Fantozzi.
E poi ci sono i volti femminili. Bellissimi, intensi. La Silvana Mangano di Riso Amaro, l'Anna Magnani di Roma città aperta, la Gina Lollobrigida di Pane amore e fantasia, la Sophia Loren di Una giornata particolare e di altre interpretazioni. In questo contesto, però, una citazione particolare la merita Stefania Sandrelli, presente con ben cinque film: Divorzio all'italiana (Pietro Germi, 1961); Io la conoscevo bene (Ettore Pietrangeli, '65); Il Conformista (Bernardo Bertolucci, '70); Novecento (ancora Bertolucci, '76); C'eravamo tanto amati (Ettore Scola, '74). E infatti la diva è presente questa mattina, alla Casa del cinema, alla presentazione ufficiale dei cento film. Selezionati da una commissione di esperti, coordinati da Fabio Ferzetti a nome della Giornate degli autori, che comprende Gianni Amelio, Gian Piero Brunetta, Giovanni De Luna, Gianluca Farinelli, Giovanna Griffagnini, Paolo Mereghetti, Morando Morandini, Domenico Starnone e Sergio Toffetti. Scopo del loro lavoro: "Selezionare cento film da custodire, restaurare, proteggere. Come si fa con i beni culturali". "Sono piena di gioia per essere qui - dice oggi la Sandrelli - questi sono cinque film di cui vado orgogliosissima: rappresentano l'Italia, le italiane, e anche me stessa, le scelte che ho fatto. Guai a chi me li tocca! Per me insomma questo è un appuntamento un po' cosmico, magico. Del resto, una delle cose di cui vado più fiera è della definizione di 'termometro del cinema italiano' che una volta mi ha dato un critico...". Ultima osservazione. Come in ogni classifica che si rispetti, il gioco di chi non appare, un po' inspiegabilmente, è inevitabile. Si potrebbero citare, tanto per fare degli esempi di grandi esclusi, La ciociara di De Sica; o Ecce Bombo di Nanni Moretti, uscito proprio nel 1978; o Ultimo tango a Parigi di Bertolucci, forse non preso in considerazione per il cast e le ambientazioni internazionali. O l'intera carriera di Sergio Leone.
Ma il bello delle graduatorie è anche questo.
(28 febbraio 2008)
fonte: www.repubblica.it
Articolo del 28/02/2008 Pubblicato in attualità Letto 1448 Volte
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Articolo del 28/02/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 13117 Volte
Wedding planner: nozze da favola senza stress. Il ventaglio e il libretto per la messa.
clicca sulla foto
Organizzare matrimoni per professione, come in "Prima o poi mi sposo"
Chiedendo in giro “ma tu sai chi è il wedding planner?” è probabile che vi sentiate rispondere “ah sì, come Jennifer Lopez in quel film dove organizza matrimoni”: il richiamo cinematografico, come al solito, ha un potere evocativo molto forte.
In effetti, a parte rubare il fidanzato alla promessa sposa come succede nel film (scivolone da evitare accuratamente per chi voglia affacciarsi a questa professione), il wedding planner è proprio colui o colei che si incarica di accogliere il desiderio di due persone, e di dargli forma e identità! Chi sceglie questa professione ha di solito una formazione umanistica, un master in organizzazione di eventi e precedenti esperienze in questo settore. Nel nostro paese è da poco che si inizia a ricercare la figura del wedding planner e ad oggi i veri professionisti sono pochi, per questo motivo chi svolge questo lavoro con serietà e competenza non ha difficoltà a crescere nella propria attività che si configura come quella di un libero professionista o più frequentemente di un team di professionisti. Il compenso è infatti definito in percentuale sul preventivo dell’evento, percentuale che varia, ma che solitamente si attesta su un 15-20%. L’aspetto fondamentale e allo stesso tempo più delicato della professione è il primo incontro con la coppia. In questo e nei successivi momenti di ascolto e di scambio il wedding planner assume le vesti di un sensibile e attento regista che con le sue intuizioni creative e le sue abilità organizzative riesce a dare corpo ai desideri della coppia cucendogli l’evento addosso come un prezioso abito di sartoria. Nel concreto questo significa occuparsi di tutto ciò che ha a che fare con il matrimonio, dalle formalità burocratiche, permessi, partecipazioni, registro invitati, alla ricerca del luogo, della scenografia, del cibo e della musica, nonché abiti, acconciature, trucco. Che venga lui richiesto di provvedere a uno solo o a tutti questi elementi, il wedding planner deve saper rispondere a ogni domanda e trovare una soluzione per ogni impasse verso il grande giorno.. Un bravo professionista lavora infatti sulla personalizzazione, poiché le persone che si affacciano alla sua porta sono le più diverse, c’è chi arriva con un progetto già definito e cerca il tempo e la professionalità per realizzarlo, chi invece ha solo l’idea di un’atmosfera che vuole costruire e porta indizi di colori, luoghi, forme, profumi. Qualunque sia l’idea che si sono fatti del momento della loro unione il wedding planner ordisce la trama solida sulla quale questo momento prenderà vita, orchestrando tutte le fasi dell’evento e permettendo ai suoi sposini di godersi la festa… felici e contenti!
fonte: marketing.monster.it
in collaborazione con la dott.ssa Liliana Castello
Articolo del 28/02/2008 Pubblicato in fotografie Letto 2574 Volte
difiorefotografi- Italy, Naples, Sorrento, Bellevue Syrene: Detail of the wedding cake after cutting
Articolo del 27/02/2008 Pubblicato in fotografie Letto 9835 Volte
difiorefotografi - Napoli, via Petrarca: villa Vittoria di sera con gli sposi. Reportage - Matrimonio
Articolo del 26/02/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 59272 Volte
Le fedi nuziali: storia, tradizioni, modelli, curiosità, francesina, mantovana, incrociata, design
Le fedi devono essere d'oro. Vanno scelte e provate da entrambi gli sposi; l'acquisto, però, sarà fatto dallo sposo che provvederà a portarle in chiesa il giorno del matrimonio (guai a dimenticarle).
Nel caso della cerimonia in chiesa è uso a volte farle portare in un cestino foderato di pizzo bianco da un bambino o da una bambina che precederà gli sposi durante la marcia nuziale verso l'altare.
Il prezzo si valuta in base al valore dell'oro. Le più richieste sono: la francesina , schiacciata sui fianchi e piuttosto bombata, disponibile da tre e quattro grammi e, la fede tradizionale molto più larga della francesina, disponibile da 4, 5, 6 e 7 grammi.
All'interno degli anelli, poi si usa incidere la data di nozze e i nomi degli sposi, servizio che, normalmente, è compreso nel prezzo. Anche le fedi seguono la moda. Si stanno diffondendo sempre più quelle in platino, realizzate da grandi orafi. Ce ne sono di tutti i tipi, realizzate con i tre colori dell'oro, o impreziosite da qualche brillantino.
Ma ricordate che passano di moda e presentano problemi di manutenzione: tendono a consumarsi più facilmente, poiché le montature sono più "piatte" rispetto a quelle tradizionali, e le pietre potrebbero staccarsi. E costano molto di più.
Nel corso dei secoli è stato impiegato con funzioni diverse da quella decorativa: come simbolo di uno stato sociale, come emblema di potere e autorità o come talismano.
Gli antichi egizi saldavano agli anelli sigilli raffiguranti scarabei e geroglifici, mentre i greci indossavano cerchietti d'oro con cammei o incisioni. Presso gli antichi romani l'uso di questi monili era regolato dalla legge: gli anelli dei cittadini liberi erano d'oro, quelli degli schiavi liberati d'argento e quelli degli schiavi di ferro.
Le matrone romane sfoggiavano fedi nuziali cui era talvolta applicata una piccola chiave, segno della loro autorità nella famiglia. Anche i primi cristiani utilizzarono questi gioielli e dal Medioevo in avanti venne adottata la pratica della consegna di un anello a re e vescovi durante la cerimonia di incoronazione o consacrazione.
Per tradizione, i pontefici ricevono tuttora il cosiddetto "anello piscatorio", raffigurante la barca di san Pietro contornata dal nome del papa; l'anello, utilizzato per sigillare le epistole papali, viene spezzato alla morte del pontefice. La popolarità di questo tipo di ornamento raggiunse il culmine nel XVI secolo, periodo in cui si amava indossare su ciascun dito uno o più anelli, dotati di sigillo o più spesso impreziositi da pietre.
Gli anelli nuziali e di fidanzamento hanno origini molto antiche; la consuetudine maschile e femminile di indossare un cerchietto d'oro dopo il matrimonio si affermò tuttavia solo a partire dal XVI secolo, mentre l'abitudine di incidere i nomi degli sposi e la data delle nozze all'interno della vera risale al Settecento.
Al giorno d’oggi la moda “detta legge” anche per quanto riguarda le fedi nuziali. Ne esistono, infatti, di tantissimi tipi e modelli. Così gli sposi hanno l’opportunità di prediligere tra diverse alternative, o di far realizzare per sé degli “anelli nuziali personalizzati”.
Ricordiamo inoltre che anche molti famosi stilisti come, per esempio, Gucci, Bulgari o Cartier si sono dilettati nel disegnare gioielli nuziali (le cosiddette “fedi griffate”).
Vediamo alcune delle soluzioni tipiche tra cui poter scegliere : - La “fede classica”: può essere realizzata in oro bianco o giallo. È un anello estremamente semplice, a fascia, con i bordi smussati. - La “francesina” : una delle fedi più scelte dagli sposi. Si presenta molto sottile e leggermente bombata.
Può essere sia in oro bianco che giallo. -
La “mantovana”: di solito realizzata in oro giallo, è un tipo di fede piatta, abbastanza alta e di solito più pesante rispetto agli altri modelli. -
La fede “completamente piatta. - La “fede tradizionale”: di solito realizzata in mezzatinta, con l’arco un po’ schiacciato. - La “fede incrociata”: è un anello a più cerchi, dal design molto moderno. Di solito i vari cerchi che compongono l’anello sono di diversi colori d’oro. - Le fedi in platino: possono essere realizzate in una qualunque delle forme sopraelencate.
Ciò che le contraddistingue è la preziosità del materiale con cui sono fatte, ed il fatto che mantengono in eterno (si dice) la propria lucentezza. -
Fedi con brillante/ brillantino: di norma solo la sposa indossa questo tipo di anello, mentre lo sposo lo sceglierà identico, ma senza il brillantino. La forma di questa fede è spesso semplice, tradizionale, leggermente bombata. Incastonato nell’anello troveremo uno o più brillanti.
Vengono realizzate più che altro in oro bianco.
fonte: www.saleepepe.it
in collaborazione con la dott.ssa Liliana Castello
Articolo del 25/02/2008 Pubblicato in fotografie Letto 7720 Volte
difiorefotografi - Avellino, Cervinara, villa Bianco - il giardino dei tigli: sposi. Matrimonio
Villa Bianco-Il Giardino dei Tigli sorge alle falde del Partenio, area che costituisce di per sé un forte attrattore naturalistico e ambientale, al quale si aggiungono, poi, i richiami dei 15 centri che tocca l'itinerario, favorito dai collegamenti stradali e di mezzi pubblici, tra i quali la Funicolare che conduce ai 1.270 metri del grande Santuario di Montevergine. Il soggiorno e la ristorazione sono assicurati dalle numerose strutture presenti su tutto il territorio. L'enogastronomia è un altro forte richiamo, non meno di quanto lo sia la produzione artigianale che offre modo di fare shopping originale nelle numerose botteghe. Ai siti storici, artistici e culturali del capoluogo (musei, architettura monumentale civile, edilizia religiosa e Centro Storico) si aggiungono poi quelli presenti negli altri centri abitati: castelli, borghi medievali, raccolte d'arte, palazzi d'epoca e borgate montane. Un cenno particolare va fatto al Santuario di Montevergine, sorto agli inizi del XII secolo, meta di oltre un milione di pellegrini, sede di un Museo e di una Mostra Permenente del Museo e di una importante rassegna musicale. Per gli appassionati della sentieristica e del trekking, infine, il territorio presenta numerosi percorsi attrezzati.
fonte: www.ilgiardinodeitigli.it
Articolo del 24/02/2008 Pubblicato in Consigli-Curiosità Letto 6071 Volte
Banchetto nuziale: la storia, le tradizioni, le usanze.
Il banchetto nuziale è stato, in tutte le epoche e presso tutte le classi, un importante occasione nella quale ai motivi festosi puramente gastronomici se ne intrecciavano altri che di culinario avevano ben poco: ostentazione di potenza e ricchezza, o comunque sforzo di affermazione sociale, elementi rituali e simbolici legati propriamente all’atto nuziale.
Tuttora, più di quanto non si creda, sedendosi a tavola durante un pranzo nuziale si partecipa ad un rito. Ovviamente certi dati sono più evidenti in altre epoche quando le differenze tra i vari ceti erano molto più accentuate: accanto ai banchetti per le nozze tra case regnanti atti a dimostrare potenza e ricchezza ma allo stesso tempo passione per il lusso sfrenato, troviamo esempi di nozze tra contadini che suggellavano il loro patto di nozze con banchetti ben più modesti e lontani da sfarzo e lusso.
In ogni caso, nonostante sfarzo e lusso siano tipici di ogni età, il trionfo del pranzo nuziale scenografico fu quello che si tenne nel 1600 a Palazzo Vecchio a Firenze per il matrimonio di Maria de Medici e il Re di Francia Enrico IV, che rimase nella storia soprattutto per le meraviglie teatrali escogitate dal famoso architetto Buontalenti, e per le statue di zucchero modellate dal Giambologna. Pare che, dopo la frutta, calarono dal soffitto nubi rigonfie con Giunone e Minerva, ed al loro dileguarsi le tavole erano cambiate a vista con altre di specchi e di cristalli, che a loro volta si trasformarono in boschetti con valli, siepi e fontane.
Al Medioevo ed al Rinascimento, epoche in cui allegorie e simbolismi la facevano da padroni in ogni momento della vita umana, risalgono molte delle usanze osservate ancora oggi durante i pranzi nuziali.
Oltre al numero dei convitati, che non deve essere mai dispari, è molto importante la presenza di dolci e zuccherini, gli attuali confetti, come simbolo di un dolce e lieto futuro. Inoltre, non possono mancare alcuni frutti come la mela, simbolo della dedizione della sposa, e la melagrana, simbolo della fertilità.
Devono essere in tavola anche cibi piccanti ed afrodisiaci per propiziare l’atto fisico dell’unione. In tutte le epoche, e nei limiti dei loro mezzi, come abbiamo già detto, anche la borghesia e le classi popolari hanno dato grande importanza ai banchetti nuziali.
Famose, per esempio, nella tradizione popolare Italiana, le cosiddette “Panarde” Abruzzesi, consacrate alla letteratura da Edoardo Scarfoglio e che si svolgono in modo analogo ancora oggi. A loro volta, piccola nobiltà e borghesia agiata di toga e di commercio, non scherzavano. Basti ricordare il banchetto tenutosi a Verzago nel 1569 per il matrimonio di Ippolita Dugnani con il conte Ottavio Giovio, durante il quale furono servite cinque portate rispettivamente di 145, 105, 105, 140 e 110 piatti ciascuna.
fonte: www.giallozafferano.it
in collaborazione con la dott.ssa Liliana Castello