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"i Di Fiore FOTOGRAFI sono i miei Fotografi"
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Articolo del 29/04/2008 Pubblicato in fotografie Letto 4372 Volte
difiorefotografi - Napoli, molo Luise: gli sposi in barca. Reportage - Mariage
Articolo del 29/04/2008 Pubblicato in attualità Letto 1494 Volte
Video, musica e fotografie Europeo il Google del futuro
ROMA - Se siete in un centro commerciale e una musica vi colpisce, oggi potete al massimo registrarla con il cellulare e poi chiedere il titolo a qualcuno. Tra qualche anno, una volta a casa, potrete invece inviare la registrazione a un motore di ricerca, che in un attimo vi dirà il titolo del brano e vi consiglierà una serie di link ad altre canzoni simili che potrebbero piacervi.
Un team di ricercatori europei, tra i quali anche alcuni scienziati del Politecnico di Milano, ne è convinto e ha già dato un nome a questo motore di ricerca innovativo: Pharos.
Il progetto, finanziato dalla Comunità Europea, coinvolge anche grandi realtà industriali come France Telecom e la norvegese Fast. L'obiettivo, spiega il Politecnico di Milano, "è riunire le migliori competenze del Vecchio Continente in materia di motori di ricerca, elaborazione dei dati multimediali e interfacce utente per creare il motore di ricerca del futuro".
Un motore che sarà multimediale, e cioè capace di effettuare ricerche non solo su documenti testuali, ma anche su file audio, video, e immagini. Pharos sarà davvero rivoluzionario, a detta dei ricercatori che lo stanno sviluppando. "La tecnologia - dicono gli esperti del Politecnico di Milano - permetterà agli internauti di effettuare operazioni di ricerca di tipo nuovo, quali ad esempio cercare all'interno delle registrazioni video dei telegiornali della settimana tutti gli spezzoni dove si parla di un particolare soggetto. E non solo. Si potranno anche ricercare, in una collezione di video a sfondo turistico, tutte le località simili a quella rappresentata in una fotografia scattata col proprio cellulare".
Le modalità di utilizzo, insomma, potrebbero essere estremamente varie. Pharos è infatti progettato per essere molto aperto. Secondo gli esperti, vi si potrà infatti "inserire qualsiasi algoritmo di analisi di dati multimediali, quale ad esempio un algoritmo di riconoscimento dell'identità del parlatore o di ricerca di edifici all'interno di materiali video, in modo che il sistema possa sfruttare un'ampia gamma di possibilità per rispondere a interrogazioni mai tentate prima".
Pharos, dicono i progettisti, avrà anche le caratteristiche tipiche del web 2.0. "Alle innovazioni più strettamente tecnologiche - spiegano - abbina un approccio alla ricerca di tipo sociale, secondo i dettami del cosiddetto Web 2.0; la capacità, cioè, di personalizzare, in base alle azioni dell'utente stesso e più in generale alle caratteristiche della comunità complessiva degli utilizzatori, le risposte alle interrogazioni e l'interfaccia utente".
Il contributo italiano riguarderà in particolare proprio lo sviluppo di questo aspetto. Il Polo regionale di Como del Politecnico milanese partecipa infatti attraverso la società spin-off Web Models, proprietaria del brevetto di una tecnologia per la costruzione automatica di interfacce utente web. Il motore di ricerca del futuro, insomma, parlerà ai visitatori di tutto il mondo con uno spiccato accento lombardo.
fonte: repubblica.it
Articolo del 30/04/2008 Pubblicato in fotografie Letto 11898 Volte
difiorefotografi - Napoli, Torre del Greco: la torta. Mariage - Wedding
Articolo del 30/04/2008 Pubblicato in mostre Letto 2270 Volte
Festival di Napoli in mostra.
di Gianni Valentino
Sul podio del "Festival di Napoli" hanno gioito molte star: da Nunzio Gallo a Domenico Modugno, da Ornella Vanoni a Peppino Di Capri, Carla Boni, Claudio Villa, Tony Astarita, Angela Luce, Johnny Dorelli e Fausto Cigliano. In un'epoca in cui la voga della canzone era effetto del boom economico sì, ma ancora immagine e corpo delle fiere identità territoriali. E quella partenopea riusciva a comunicare all'intera penisola le sue doti e i suoi misteri proprio attraverso presentatori come Nunzio Filogamo, volto amico della tv. L'amante degli anni Cinquanta. I ritornelli invitavano a innamorarsi, gli interpreti credevano ancora in una "Serenata a Margellina" e il pubblico osannava, ma a ragione allora, i divi del palcoscenico. Quando il gossip era poco, anche, o perlomeno differente dall'attuale, accidioso e imbizzarrito pour parlé provocato dai messaggi clandestini su internet e dalle trasmissioni popolate da goffe starlette. Quello che contava erano le canzoni, le rime, l'immaginario sognante e il Festival della canzone napoletana era competizione e possibilità creativa per tanti: cantanti e autori. In quei camerini c'erano le canottiere di Sergio Bruni, il rossetto di Gloria Christian, gli occhiali di Mike Bongiorno e la brillantina di Nino Taranto. Dettagli e retroscena di costume e tradizione che tornano in primissimo piano nella mostra fotografica "Festival di Napoli: 1954-1970" organizzata dal compositore Pasquale Catalano in collaborazione con l'Archivio Carbone che sarà allestita dal 4 all'11 maggio all'Auditorium Parco della Musica di Roma, e di cui Repubblica-Napoli presenta in anteprima le foto più simboliche e private.
Nel 1951 Nilla Pizzi vince il primo e il secondo posto alla prima edizione del "Festival di Sanremo" (l'artista era in gara con nove brani complessivi): ebbene, l'anno successivo la Pizzi con Franco Ricci trionfa anche alla edizione numero uno del "Festival di Napoli" cantando "Desiderio 'e sole" firmata Manlio-Gigante (pochi mesi dopo la canzone diventò un film interpretato da Giacomo Rondinella, Virna Lisi e Beniamino Maggio, con la regia di Giorgio Pastina).
Ma gli scatti che celebrano quella vittoria non sono inclusi nella strabiliante galleria che verrà esposta nella capitale perché non ne esistono copie. Nelle sale della struttura realizzata da Renzo Piano troveranno eco i ritratti di diciassette manifestazioni, che inquadrano anno dopo anno Aurelio Fierro, Mike Bongiorno con l'allora sindaco di Napoli Achille Lauro, Johnny Dorelli e Renato Rascel (in gara nel 1961 con "Nun chiagnere"), Claudio Villa, Giorgio Gaber, Gegè Di Giacomo, Mimmo Modugno e Ornella Vanoni (con "Tu si' 'na cosa grande" nel 1964), Sergio Bruni, Mario Merola (che cantava "'Nnammurato 'e te" nel 1970), Peppino Gagliardi e Peppino Di Capri, gli Showmen di Mario Musella e James Senese, Angela Luce e Franco Franchi (interpreti di "'O divorzio", sempre 1970), Giacomo Rondinella, Gorni Kramer, Pippo Baudo, Fausto Cigliano e Teddy Reno (nel 1959 presentavano "Sarrà chi sa" di Roberto Murolo), Enzo Tortora, Marisa Allasio, Oreste Lionello, Giorgio Consolini, Ugo Tognazzi, Marisa Del Frate e Gianni Nazzaro.
Protagonisti "muti" di una manifestazione che ebbe il suo malinconico epilogo con una edizione che si svolse dal 16 al 18 luglio nella piazzetta di Capri, nonostante fra gli ospiti speciali dell'evento ci fossero Carlo Dapporto, Pietro De Vico, Antonella Steni e Alberto Lupo. Dopo uno stop lungo vent'anni, lustri in cui sono nate, cresciute e diventate autentiche superstar di rione i cosiddetti neomelodici, grazie alle frequenze di Rete 4 nel 2001 il "Festival di Napoli" tentò una debole resurrezione. Dal teatro Politeama, Enrica Bonaccorti - showgirl autrice anche dei versi de "La lontananza" e "Amara terra mia" - presentò in concorso Mino Reitano, i Cugini di Campagna, il Giardino dei Semplici, Eddy Napoli, Ciro Ricci in compagnia dei Jalisse, Pietra Montecorvino, i Napoli Centrale (evoluzione dei vecchi Showmen).
Ma non ci fu storia, perché a guadagnare l'ovazione furono Mario Merola e suo figlio Francesco con "L'urdemo emigrante". Testimonianza spudorata di come quei ritornelli non cercassero più la piazza, la voglia della gente comune di fischiettarli in gita, in autobus. Quel genere di successo non serviva più a nessuno. Serviva, però, l'esigenza spietata di affermarsi in quel monitor a colori, appunto perché oggi i festival, le popstar, le canzoni, sono regine solamente quando lo decreta la meccanica del telecomando.
fonte: repubblica.it
Articolo del 01/05/2008 Pubblicato in fotografie Letto 11508 Volte
difiorefotografi - Napoli, Sorrento: campo di fiori. Wedding - Mariage
Articolo del 01/05/2008 Pubblicato in attualità Letto 2621 Volte
Maggio dei Monumenti 2008, Napoli - Gli eventi, il programma - Le origini della manifestazione.
La primavera a Napoli accende i riflettori sulle sue bellezze; su quelle palesi, come i castelli e le fortezze che da secoli dominano i panorami della città, e su quelle più nascoste, da scoprire a poco a poco passeggiando nelle tante stradine del centro storico.
E' il Maggio dei Monumenti, che si svolge durante i quattro weekend del mese di maggio e che nell'edizione di quest'anno, "Itinerari di arte e cultura - Napoli tra chiese e castelli" ha scelto di innovare la sua formula, puntando ancora di più sulla valorizzazione dello straordinario patrimonio artistico e monumentale della città. Quest'anno, gli eventi avranno luogo, i venerdì, sabato e domenica del mese, in location particolarmente suggestive: Castel Sant'Elmo, Maschio Angioino (Castel Nuovo), Castel dell'Ovo e Castel Capuano. Ogni fine settimana, in ciascun castello vivrà uno spettacolo, una mostra, un concerto; un'offerta unica e particolarmente ricca, che sarà gradita dai visitatori e dagli stessi napoletani, che avranno modo di vedere ancora di più una città viva e vivace, aperta e accogliente.
Oltre agli eventi dei fine settimana nei castelli, come di consueto ci saranno tante visite guidate alla scoperta dei tesori nascosti, delle strade meno battute, delle curiosità e delle tante piccole grandi opere d'arte di cui Napoli è piena; e poi, per tutto il mese, concerti di musica classica, jazz e folk nelle tante, bellissime, chiese monumentali. Non resta che vivere questo Maggio insieme, con la voglia di scoprire la magia e le suggestioni di una città davvero unica.
L'evento si svolgerà dal 2 al 25 maggio 2008, nell'arco di 4 week-end:
- 2, 3, 4 maggio
- 9, 10, 11 maggio
- 16, 17, 18 maggio
- 23, 24, 25 maggio
Il tema si declinerà mediante eventi artistici e di spettacolo e centinaia di visite guidate lungo le direttrici che uniscono idealmente e storicamente i quattro manieri di Napoli (Castel Nuovo, Castel dell'Ovo, Castel Sant'Elmo e Castel Capuano), testimoni dell'architettura civile e militare partenopea; insieme a loro gli innumerevoli edifici di culto cittadini, che costituiscono l'elemento sacro della città.
I luoghi di svolgimento degli eventi, dunque, saranno i quattro Castelli citati e gli itinerari riguarderanno strettamente la casistica storico-artistica legata alla storia di questi imponenti edifici (nati, in varie epoche e per diversi motivi, a guardia e ad abbellimento della città) e delle Chiese anch'esse patrimonio preziosissimo della storia partenopea.
Ogni venerdì, sabato e domenica del mese di maggio 2008 i Castelli ospiteranno spettacoli di teatro, musica e danza. Contemporaneamente su tutto il territorio cittadino si svolgeranno le visite guidate, anche in lingua straniera, grazie alla presenza di Associazioni che sistematicamente aderiscono alla manifestazione. ù
Infine, durante la manifestazione si svolgeranno attività di animazione con artisti di strada e si darà luogo, come ogni anno, al progetto La scuola adotta un monumento, promosso dalla Fondazione "Napoli 99".
Visualizza il video promozionale dei Maggio dei Monumenti 2008.
Le visite guidate. Tra vicoletti e piazze, tra monumenti e chiese, tra la storia e il futuro; le visite guidate attraverso la città sono, per i napoletani e turisti, una occasione da non perdere per scoprire o riscoprire le tante bellezze di cui Napoli è ricca. Per tutto il mese la città sarà a disposizione di chi vorrà conoscerla meglio, approfondendo la visita ad un monumento famoso o, perché no, andando a cercare le testimonianze meno conosciute, i musei più particolari, le tante piccole e preziose chicche che fanno di Napoli la città straordinaria che è. Da sempre, è questo il senso delle visite guidate che accompagnano e completano i Grandi Eventi del Maggio dei Monumenti. Mettere in luce non solo le bellezze classiche che da sempre attraggono e affascinano turisti e visitatori, ma anche e soprattutto offrire l'opportunità di andare oltre e scoprire insieme la Napoli più nascosta, forse quella più bella.
Visualizza i calendari delle Visite Guidate
Nessun giorno senza una canzone
"Nessun giorno senza una canzone", napoletana naturalmente. E' lo slogan, la campagna d'immagine e la colonna sonora fornita dall'Archivio sonoro della canzone napoletana al Maggio dei monumenti 2008. Perché la canzone napoletana è bene culturale da tutelare e "aprire", da riconsegnare a turisti e cittadini, coscienti della sua gloriosa storia e della sua resistenza alla globalizzazione imperante, all'omologazione, sonora e non.
Perché maggio è il mese delle rose e delle serenate, al centro dell'immenso canzoniere custodito nel più grande juke-box virtuale del mondo, quello appunto dell'Archivio sonoro della canzone napoletana. Perché da Pisano e Cioffi a Pino Daniele ed Enzo Gragnaniello, da Di Giacomo a Bovio, da Eduardo a Titina De Filippo, maggio è il mese più cantato dalle canzoni.
Ecco, allora, immagini e versi di 31 canzoni, una al giorno, dalla celeberrima "Era de maggio" a "'E quatto 'e maggio", da "Na sera 'e maggio" a "Dicitencello vuie", affidate a voci famose o da riscoprire, di ieri o di oggi. Quelle immagini e quei versi accoglieranno chi vivrà il maggio 2008 a Napoli, su autobus taxi e metropolitane, oltre che, naturalmente, nei quattro castelli, il cuore del Maggio dei monumenti.
Quelle canzoni risuoneranno alle fermate delle metropolitane, nelle segreterie telefoniche delle centrali radiotaxi, oltre che nei quattro castelli, dove si potranno ascoltare in molteplici versioni insieme ad altre canzoni meno famose anch'esse ispirate a maggio. Saranno quindi melodie antiche eppure destinate al futuro ad accompagnare cittadini e turisti capaci di vivere la città restituendole l'immagine che le spetta, quella di capitale culturale. Quelle canzoni potremo ascoltarle anche lontano da Napoli, nei programmi radiofonici collegati al progetto con appuntamenti quotidiani sulle reti radiofoniche di IsoRadio e Rai International, oltre agli spazi che la testata giornalistica della Rai di Napoli destinerà all'evento.
Consulta il calendario delle canzoni proposte nell'intero mese di maggio e i testi.
Maggio dei monumenti. Informazioni e origini. Eventi correlati.
Inaugurato nel 1994 - sulla scorta della felice esperienza della manifestazione Monumenti Porte Aperte (realizzata nel 1992 e nel 1993 da Mirella Barracco, Presidente della Fondazione "Napoli 99", con l'intento di recuperare e valorizzare alcuni tra i monumenti e le chiese più significativi di Napoli) - l'evento Maggio dei Monumenti, successivamente esteso a tutti i week-end del mese di maggio e, talvolta, anche ai primi di giugno, è col tempo diventato una kermesse di livello internazionale che registra ogni anno un alto interesse da parte di turisti, cittadini e operatori di settore ed un elevato impatto mediatico.
La sistematica riapertura, nel corso degli anni, di numerosi siti monumentali e paesaggistici ha determinato un recupero storico, artistico e culturale del patrimonio cittadino, rendendolo fruibile agli stessi residenti e ai turisti.
Anche grazie al Maggio dei Monumenti, la città ha rinnovato la vocazione di grande capitale del Sud e di grande attrattore turistico, ritrovando le sue radici storiche e culturali ed accogliendo turisti italiani e stranieri in numero sempre crescente. Ciò ha comportato un considerevole aumento della domanda turistica, con il "tutto esaurito" nelle strutture alberghiere.
Con il Maggio dei Monumenti, oltre alla riapertura e al recupero di siti d'interesse artistico-culturale, si è avuta la trasformazione del Centro Storico cittadino in "Museo Aperto" (inserito dall'Unesco nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità). Molte fasce della popolazione, soprattutto i più giovani, hanno "riscoperto" o "scoperto" la città e, tramite le scuole, hanno aderito al progetto "La scuola adotta un monumento".
Alle Circoscrizioni, oggi Municipalità, sono state demandate le manifestazioni che precedono temporalmente il "Maggio", e che hanno le stesse finalità: "Aspettando il Maggio" e "Circoscrizioni in festa". Per alcune edizioni la manifestazione si è anche allargata ai Comuni limitrofi dell'area costiera, flegrea, interna e delle isole della provincia di Napoli. I flussi turistici, aumentando considerevolmente, hanno consentito l'inserimento della manifestazione, a buon diritto, nell'ambito di svariati pacchetti turistici per tour operators italiani e stranieri, tanto che il Maggio dei Monumenti è diventato nel tempo un attrattore culturale capace di contribuire al fenomeno della "destagionalizzazione", facendo da traino all'immagine della città e favorendo gli arrivi turistici anche in altri periodi dell'anno. In tutti questi anni la kermesse si è avvalsa di sinergie e collaborazioni di notevole caratura, come quella con la Regione Campania e con altri prestigiosi Enti e Associazioni.
fonte: www.comune.napoli.it
Articolo del 01/05/2008 Pubblicato in attualità Letto 1018 Volte
Oltre ogni aspettativa: pubblichiamo le visite avute sul nostro blog nel mese di aprile.
Pagine Visitate 44044
Accessi Unici 17075
dal 1 gennaio 2008
Pagine Visitate 2008 134172
Accessi Unici 2008 41275
Una grande riconoscenza alla dott.ssa Liliana Castello che con il suo impegno giornaliero ha reso possibile questo successo.
Grazie a Imaginepaolo per la sua consulenza costante e un grazie a tutte le persone che hanno come punto di riferimento (nel mondo dei matrimoni) il nostro blog.
Articolo del 01/05/2008 Pubblicato in attualità Letto 1094 Volte
Nano Photos Rival Modern Art.
By Aaron Rowe
Now, the scrutiny of samples not only yields potentially important data, but also artistic inspiration.
Take a look at the latest finalists. Left: Looking like a tumor or the cross-section of a brain, this image of a polymer was created by Muruganathan Ramanathan at the Center for Nanoscale Materials at Argonne National Laboratory in Illinois.
A postdoctoral scholar, Ramanathan made an ultrathin film of the beautiful substance, patterned it with oxygen-reactive-ion etching and used heat and solvents to make it more crystalline. The result looks more like modern art than the results of a wry scientific study.
Image courtesy Materials Research Society
fonte: www.wired.com
Articolo del 01/05/2008 Pubblicato in attualità Letto 1662 Volte
Roma, Bologna, Napoli - Tricarico - Vita Tranquilla : Concerto primo maggio 2008
Articolo del 03/05/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1204 Volte
difiorefotografi - Napoli, Pomepi: gli auguri. Reportage - Mariage
Articolo del 04/05/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1218 Volte
difiorefotografi - Napoli, Pompei: Roberta sorridente. Reportage - Matrimonio
Articolo del 05/05/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1245 Volte
difiorefotografi - Napoli, Boscotrecase: La sposa. Reportage - Matrimonio
Articolo del 06/05/2008 Pubblicato in attualità Letto 1255 Volte
iPhone in Italia, ora è ufficiale arriverà con Telecom e Vodafone.
fonte: repubblica.it
Articolo del 06/05/2008 Pubblicato in fotografie Letto 3272 Volte
difiorefotografi - Salerno, Sarno: la sposa allegra in auto. Reportage - Matrimonio
Articolo del 07/05/2008 Pubblicato in fotografie Letto 1279 Volte
difiorefotografi - Napoli: la dolcezza. Reportage - Sposi - Wedding - Chiesa via dei mille
Articolo del 08/05/2008 Pubblicato in fotografie Letto 4032 Volte
difiorefotografi - Napoli, villa Posillipo: l'amore nel ballo degli sposi. Reportage - Sposi
Articolo del 08/05/2008 Pubblicato in attualità Letto 1150 Volte
Vini maschi.Possenti come certi aglianici.Affascinanti come i rossi dell'Etna.Novità di Vini Italia
È scoppiata l'era dei vitigni alpha: uve robuste, ruvide, antiche. Di quelle con poche incertezze. Al pari dei maschi dominanti, uve testarde, abituate alle intemperie, alle stagioni miti che d'improvviso tradiscono col gelo. Spavalde in condizioni estreme: terreni vulcanici, zone sabbiose, aree che soffrono la sete. Ma ci sono anche i vini nobili, più raffinati, frutto di una sapienza enologica elaborata nel corso di svariate generazioni, nella settima edizione della guida 'I Vini d'Italia' dell'Espresso.
Che arriva anche quest'anno in libreria con un bagaglio di cifre di tutto rispetto: più di 20 mila vini assaggiati, 10 mila recensiti, 2.200 produttori raccontati. Per celebrare l'olimpo del made in Italy da bere: 13 produttori 'tre stelle', 159 vini dell'Eccellenza, 50 outsider, ottimi nelle loro tipologie, e i 'migliori acquisti', regione per regione. Diretta da Enzo Vizzari, e curata da Ernesto Gentili e Fabio Rizzari, 'I Vini d'Italia 2008' sarà presentata l'11 ottobre a Firenze, alla Stazione Leopolda, in collaborazione con Pitti Immagine. A seguire, il consueto appuntamento con l'Asta dei vini pregiati e da collezione organizzata dalla casa Pandolfini: 160 lotti, italiani e francesi, e un'attesa verticale di Mouton Rotschild.
La regione
Esplode, come terza forza tra le regioni italiane, dopo la Toscana (con 37 eccellenze) e il Piemonte (a quota 35), la Campania, arrivando a 13 vini d'eccellenza rispetto ai 5 dello scorso anno. Merito dei suoi Taurasi e dei suoi bianchi, Greco e Fiano in testa. E merito, soprattutto, di una generazione di produttori che, come per la nouvelle vague della ristorazione, è riuscita a valorizzare al massimo le materie prime. "La Campania è un ricettacolo di vitigni autoctoni di grande ricchezza. Ha una terra di origine vulcanica che dà caratteristiche molto forti. Tutto ciò, unito al lavoro degli enologi, sta dando ottimi risultati", nota Gentili.
Conseguenza? Sul trono dei rossi, con un punteggio di 19,5 su 20, a pari merito dell'Amarone della Valpolicella Classico 1998 Quintarelli Giuseppe, sale il Taurasi Riserva Radici 2001 Mastroberardino. Ma anche produttori molto più piccoli, come quel Salvatore Molettieri da Montemarano, la cui Riserva 1999 fu scovata qualche anno fa proprio dalla Guida L'espresso, confermano un ottimo andamento: il possente Taurasi Vigna Cinque Querce Riserva 2002 è stato considerato uno dei migliori vini in senso assoluto.
Gli outsider
Una nuova categoria destinata a mettere in luce vini che non hanno ancora raggiunto l'eccellenza. Ma che toccano, ognuno nella loro tipologia, traguardi elevati. "In questa selezione abbiamo incluso i migliori Lambrusco, Prosecco, Santa Maddalena. C'è un cesanese del Lazio, un vermentino sardo, un cirò calabrese", dice Gentili: "Ed è una sezione nuova in linea con la filosofia che sovrintende la Guida: accendere curiosità nei consumatori".
"Il lettore è il nostro principale interlocutore", nota Rizzari: "Per decenni c'è stato un vino da degustare e uno da bere a tavola. Le classifiche tendevano a privilegiare vini di grande sfumature e di grande concentrazione, non adatti, però, a essere bevuti quotidianamente a tavola. Questa categoria ci ha permesso di privilegiare un approccio diverso, e di suggerire vini da bere veramente. Ecco il perché di certi lambruschi, a lungo sbeffeggiati dai più snob. E oggi riabilitati come vini facili ma non banali". Perché una tendenza nuova si va consolidando nel narcisistico mondo del vino: la ricerca di vini originali. "Resiste un consumo di vini esibizionistici, per colore, concentrazione, ricchezza di note di legno", aggiunge Rizzari: "Ma oltre a questi vini ruffiani cresce la richiesta di vini meno siliconati, più naturali. Originali nel gusto. Prodotti da uve meno note".
I vitigni
E anche i nomi sono meno comuni. Il pallagrello campano, per esempio ("Quello nero dà dei vini che sono un anello di congiunzione tra il vino concentrato, massiccio, più adatto alle degustazioni, e quello che si beve normalmente", dice Rizzari). Il garganega, vitigno del Soave. Sulla scia si accoda l'aglianico (declinato nel Taurasi, nel Falerno, nel Taburno), il vino più alla moda del momento, tanto da essere diventato il co-protagonista di un romanzo: 'Storia controversa dell'inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo', di Gaetano Cappelli (Marsilio). "La moda ha un fondamento reale: l'aglianico è davvero un grande vitigno. Un luogo comune lo considera il barolo del Sud: cliché un po' datato, ma fondato", dice Rizzari.
fonte: espresso.it
Articolo del 08/05/2008 Pubblicato in attualità Letto 1122 Volte
La Semiotica dei territori…
Rappresentare il vino come quintessenza di un territorio può apparire, ai non addetti ai lavori,un po’ audace, tuttavia il suolo è senza dubbio determinante sulla produzione enologica, più di quanto si possa immaginare a priori, quando si muovono cioè i primi passi verso la cultura eno-gastronomica.
Nell’avvicinarsi a questo mondo cambia nettamente il modo di porsi dinanzi al cibo, si diventa attenti, selettivi, talvolta un po’ “severi”, si persegue continuamente la qualità, la genuinità, e non solo nelle occasioni importanti ma sempre, dalla prima colazione alla cena, fino alle più elementari esigenze quotidiane come bere un bicchier d’acqua. In aggiunta a questo e conoscendo alcune piccole regole sul rapporto “suolo-vino” può cambiare addirittura il proprio modo di viaggiare, guardando infatti semplicemente un panorama dal finestrino e cercando di intuire le principali caratteristiche geologiche di una particolare zona ci si può fare un’idea del vino che queste terre possono offrire e, di conseguenza, di come sia potuta evolvere la gastronomia, sarà poi un piacere per il palato verificare se le ipotesi costruite sono giuste oppure errate.
Per un primo approccio a questo nuovo punto di vista è sufficiente sapere che qualsiasi terreno, considerandone una sezione verticale, è costituito fondamentalmente da tre zone: più in fondo la roccia madre (di natura magmatica, sedimentaria o mista), poi i terreni sciolti ed infine, sotto i nostri piedi, il suolo (che è un miscuglio di terreni sciolti con l’humus, materiaorganica derivante da decomposizione di vegetali o animali). I terreni sciolti possono costituirestrati di alcuni metri, come nel caso della pianura, o di pochi centimetri se ci troviamo nelle zone collinari o montane.
Questo spessore è fondamentale per la viticoltura, la vite infatti può avere radici anche molto lunghe e laddove riesce a toccare la roccia negli strati più in profondità allora ne assorbe le sostanze minerarie le quali conferiscono robustezza e finezza ai vini. Quando invece i terreni sciolti, vuoi per la loro composizione, vuoi per lo spessore, consentono lo sviluppo delle radici solo negli strati superficiali dei terreni allora dovremo distinguere i vari casi in base alla granulometria delle parti più elementari, parleremo infatti prevalentemente di ghiaia, limo, sabbie ed argilla.
Ecco che ci ritroviamo i terreni sabbiosi, limosi, argillosi, gessosi, calcarei, vulcanici, granitici e così di seguito, ognuno con precise caratteristiche fisiche, ognuno con diverso grado di permeabilità dell’acqua, diversa capacità di conservare il calore diurno, ognuno con prevalenza di determinate sostanze chimiche le quali hanno talvolta un’azione diretta sulla vite, come nel caso del fosforo che agisce sul processo di fioritura, o del potassio che potenzia il meccanismo di formazione degli zuccheri, e questo solo per fare alcuni esempi …
Si capisce insomma, senza addentrarci ulteriormente in questo discorso che varrebbe la pena approfondire ma che meriterebbe uno spazio maggiore, che il vino è principalmente frutto del territorio e questo a prescindere dal modo in cui esso viene lavorato, e può essere considerato il suo elemento di sintesi, la sua quintessenza appunto. Non è infatti esagerato sostenere che sin da tempi remoti la gastronomia, dove c’è una maggiore possibilità di manipolazione delle materie prime, si è evoluta in conseguenza allo straordinario prodotto che la terra offriva alle comunità rurali e non il viceversa.
Non è sicuramente un caso che nella pianeggiante Emilia Romagna, dove i vini sono ricchi di colore, abbastanza alcolici ma anche meno fini e strutturati, si sia sviluppata di più la cultura dei primi piatti, mentre nelle marnose langhe, dove i vini sono più austeri, complessi e con un corpo maggiore, si sia affermata maggiormente la cucina dei secondi di carne e di altri piatti comunque notevolmente robusti, o ancora in Sicilia, terra di passiti e liquorosi, esista la tradizione dolciaria che tutti noi conosciamo.
E si potrebbe continuare in questo “gioco” ad immaginare quanto poi tutto questo possa aver influito sull’aspetto sociale di una determinata regione, sulla tipicità e sul carattere delle popolazioni, ma poi forse ci spingeremmo troppo lontano e finiremmo in altri ambiti più complessi da analizzare, allora ci fermiamo qui e lasciamo ad ognuno la possibilità di trarre da solo le proprie esagerazioni… noi preferiamo restare incantati ad ammirare il paesaggio dal finestrino ,ad immaginare che tipo di vino berremo alla prossima fermata, ricordandoci sempre che viaggiare è anche assaporare il suolo che si calpesta, respirare l’aria che si attraversa, diventare parte integrante del luogo che si visita.
fonte: aisnapoli
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La dote della sposa - Il corredo per il matrimonio - Tradizione e Modernità - Consigli utili Nozze.
(Tratto dal libro “Il Galateo del Matrimonio" di Ilaria Petrovic)
Secondo la tradizione, per la dote di lei si prevedeva un magnifico baule di legno, possibilmente lavorato, sostituito in certe regioni da una caratteristica cassapanca, contenente biancheria personale e della casa: lenzuola in pesante lino, pazientemente cifrate dalla mano della ragazza o da qualche più esperta ricamatrice, tovaglie candide e ampissime, decorate dal gioco del bianco su bianco in prezioso bisso di fiandra, o in lino con intarsi o ricami, tovaglioli orlati a mano e impreziositi dall’iniziale di lei sapientemente intrecciata, eventualmente, a quella di lui. E poi canovacci, tovagliette da cucina, coperte, copriletto, tendaggi, salviette in semplice cotone e, più ricercate, in fiandra dalla frangiature preziose…
Alla sola idea dello spazio, e della manutenzione attenta che una simile quantità di tessuti potrebbe richiedere, molte delle giovani spose di oggi vengono colte da ansia indescrivibili; con tale quantità di stoffa potrebbero ritappezzare l’intero miniappartamento, faticosamente trovato libero nell’affollata città, ma certamente non avranno armadi abbastanza capienti per raccogliere, senza sciuparla, tale preziosa e tradizionale biancheria, né avranno il tempo di lavare a mano certe salviette che, introdotte nella lavatrice, mostreranno, alla fine del lavaggio, povere frangette miseramente avvinghiate e strappavate.
Evitare quindi un sovraccarico di tovaglie e lenzuola è fondamentale; è bene che la sposa abbia 4 o 5 paia di lenzuola, ma non di più, poiché potrà sicuramente acquistarne altre; potrà scegliere quelle più nuove che ogni anno il mercato è capace di inventare, le preziose e poco pratiche saranno un caro ricordo, ma saranno ancora più apprezzate se il loro numero non sarà eccessivo, ingombrando lo spazio disponibile.
Analogo il criterio di scelta delle tovaglie: 3 0 4 tovaglie eleganti e importanti sono indispensabili, ma al resto potrà provvedere, secondo i gusti e le esigenze del momento, la futura signora. Idem dicasi per le tovaglie da cucina: qualche tovaglietta colorata è bene che ci sia fin dall’inizio, ma, specialmente nel caso di spose casalinghe, non è il caso di privarle del piacere di scegliersi una tovaglietta nuova, quando ne avrà voglia e ne veda di graziose senza sentirsi colpevole pensando a tutte quelle che “ha già”.
Il guardaroba personale di lei, e perché no, quello di lui, vanno forniti abbondantemente di biancheria intima e da camera, qualche tailleur elegante e adatto alle differenti stagioni per lei, abiti analoghi per lui; camicie per tutti e due, pullover e golfini a seconda dello stile abituale; tutti questi sono elementi indispensabili di cui ciascuno normalmente dispone già prima del matrimonio: se sarà possibile fornire qualche nuovo capo del genere la cosa farà certo piacere agli sposi, ma non è necessario farne un dramma, né è indispensabile rifare l’intero guardaroba alla ragazza che si sposa: due nuovi tailleur, qualche camicetta accompagnata da qualche golfino e alcuni abiti saranno certamente sufficienti se aggiunti a ciò che la ragazza fino al giorno prima ha indossato.